Si è svolta a Napoli il 25 Ottobre 2008 la terza edizione di “Strange Tales”, un reading di autori contemporanei con la presentazione di testi letti al pubblico da attori professionisti. L’Associazione culturale “Viv’arte” di Napoli gli ha dato vita nel 2005, ospitando nelle passate edizioni autori come Vincenzo Spasaro, Caterina Mortillaro, Simonetta Santamaria intervenuti di persona all’iniziativa, ed ancora altri scrittori come Mauro D’Avino, Alberto Cola, Giovanni Buzi e Daniele Nadir, che hanno invece inviato i loro testi senza essere presenti.
Curata da Fabio Lastrucci e Ramiro Dell’Erba, la manifestazione si è tenuta presso il Teatro del Convitto Nazionale “Vittorio Emanuele II”, in piazza Dante 41, e ha visto alla ribalta una nuova serie di autori del panorama fantastico contemporaneo, come il torinese Daniele Nadir, co-fondatore della rivista “Strane Storie” e autore del notevole romanzo “Lo stagno di fuoco”; Giovanni Buzi, docente di lingua, cultura italiana e storia dell’arte a Bruxelles, autore di diversi saggi, romanzi e antologie; infine, il piemontese Maurizio Cometto, apprezzato autore di romanzi e antologie, che è stato ospite della manifestazione per parlare al pubblico del “mestiere” dello scrittore e i suoi segreti.
Le intense voci narranti degli attori Fabio Cocifoglia, Simona Volpe e Massimiliano Foà hanno letto con espressività e suggestione i tre racconti proposti, introdotti dalle note blues di armonica di Antonio Crispino, un commento sonoro che si è trasformato in una emozionante “jam-session” giocata con la voce di Massimiliano Foà sul testo “La Tierra Blanca” di Cometto.
Tra le novità di questa terza edizione, hanno fatto spicco la partecipazione internazionale della scrittrice nipponica Kumi Saori, che ha scritto per l’iniziativa un contributo critico (tradotto da Massimo Soumarè), raccontandoci lo spirito del fantasy e lo “stato dell’arte” del fantastico in Giappone.
A conclusione dell’incontro, che si è avvalso del patrocinio morale della Provincia e del Comune di Napoli II Municipalità (Presidente Alberto Patruno), si è tenuta la premiazione del “I concorso letterario per ragazzi”, nato da un’istanza del Rettore Vincenzo Racioppi. Il contesto rivolto agli allievi delle scuole secondarie di primo grado, ha trovato un’entusiastica partecipazione degli alunni, che hanno scelto e sviluppato delle tracce fantascientifiche, fantasy ed horror ideate dai curatori.
La cerimonia di premiazione è stata officiata dall’Assessore alla Dignità Roberto Moresco, rappresentante della II Municipalità, e dal professor Raffaele Caputo, in veste di rappresentante dell’istituto, che hanno consegnato ai tre vincitori i diplomi di partecipazione e i libri della collana “Storie di Draghi, Maghi e Guerrieri”, offerti per l’occasione dalla casa editrice Delos Books di Milano.
In un’atmosfera calorosa, che ha confermato l’interesse e l’adesione delle classi coinvolte nel concorso, sono saliti sul palco i giovanissimi Alessandro Montella, I classificato col racconto “xZy”, seguito dalla II classificata Viola Ansanelli, con il racconto “Ester” e da Luisa Bojancow, III classificata con “La squama trasparente”.
Al termine della consegna dei premi, l’attore Massimiliano Foà ha letto al pubblico il racconto vincente, lasciando che l’organizzatrice Nadia De Pascale chiudesse l’incontro con i ringraziamenti e il lancio della nuova edizione del concorso.
Ricordiamo infine il supporto tecnico di Alessandro Bogno, l’Associazione culturale “In form of Art” che ha reso disponibile l’immagine del manifesto, opera di Marco Chiuchiarelli, mentre la grafica è stata curata da Mauro Lastrucci.
Ecco ora di seguito, per chiudere, ecco l’intervento della scrittrice giapponese Kumi Saori, tradotto da Massimo Soumaré.
La narrativa è un prodotto dell’immaginazione e, se la definiamo un’ingegnosa bugia, essa può ben rappresentare il fantasy in senso lato. Quella che in storie lontane dalla realtà quotidiana si compone d’invenzioni fatte di «dimensioni possibili» dall’aspetto scientifico con leggi fisiche e proprie biologie la chiamiamo fantascienza, il resto (ciò che non teme l’impossibile) diviene fantasy.
La scienza è progredita, ma ancora non è in grado di svelarci l’intera struttura della mente umana. Nelle «esperienze reali» di persone le quali hanno sperimentato visioni dovute a sogni, ebbrezze religiose od amorose, viaggi astrali, farmaci e in quelle di gente affetta da schizofrenia è presente una misteriosa attrattiva. Per qualche indecifrabile motivo individui di differenti culture, abitudini, popoli, sessi, età ed ambienti si trovano di fronte ad esperienze molto simili. I racconti di tali avventure sono affascinanti anche per chi non ha mai provato nulla di simile. Accade perché il cervello in particolari condizioni risponde ad un determinato stimolo. L’anima, diversamente dal corpo che è isolato e costretto da numerose limitazioni, ha immense possibilità e non è condizionata né dal luogo né dal tempo.
I capolavori della letteratura fantasy, da questo punto di vista, non sono forse dei sogni ottimamente costruiti? Sogni che ci consentono di sfuggire alla noia della quotidianità e di prendere coscienza delle verità pure nascoste dietro il sottile e complesso velo della realtà. Leggendoli, possiamo vivere mille avventure in mondi sconosciuti.
Una volta che il fantasy sarà diventato comune ad ognuno di noi e saremo uniti da un uguale sentire potremo divenire amici. Superando i confini dei rispettivi ambienti, dei karma dovuti al passato e delle nostre tendenze di pensiero arriveremo a comprenderci l’uno con l’altro ed a rispettarci. Per chi ama questa letteratura, ogni universo fantastico è la propria patria e tutti noi siamo parte di una stessa umanità, anzi, della totalità degli esseri senzienti. È questo il meraviglioso potere del fantasy.
Purtroppo in Giappone è raro che le opere siano lette pubblicamente e questo vale non solo per la letteratura fantastica, ma a livello generale. Non ci sono molte richieste per le letture di autori o attori. Però romanzi e racconti sono spesso trasposti in telefilm oppure in anime (disegni animati). I giapponesi sono un popolo che ama la percezione visiva. Da noi manca l’abitudine di trarre piacere dallo stare fermi immobili ad ascoltare qualcosa.
In effetti, è comunque vero che nei programmi radio notturni ci sono dei piccoli spazi dedicati alla lettura di testi e sembra pure abbiano numerosi ascoltatori tra le persone le quali svolgono lavori in cui devono guidare quotidianamente per lunghe distanze.
Nei grandi raduni di fantascienza ci sono angoli dedicati alla lettura di racconti, probabilmente frutto dell’imitazione delle convention estere. Sono ottime occasioni d’incontro tra gli scrittori ed i lettori. Il canale Fuji Television periodicamente organizza degli eventi che sono un misto tra lo spettacolo teatrale e la lettura pubblica dove noti annunciatori televisivi recitano dei brani.
Penso che la vostra sia una manifestazione interessante capace di fornire l’occasione ai giovani scrittori di valutare se i propri lavori possono essere apprezzati dal pubblico. In altre parole, permette loro di comprendere se scrivono per se stessi, se i racconti possono essere trovati validi anche da altre persone e se hanno raggiunto un livello pari a quello degli autori professionisti.
Gli scrittori nati, indipendentemente che qualcuno legga oppure no le loro opere, non possono fare a meno di scrivere. Tuttavia, è faticoso continuare a farlo se non si ha la possibilità di pubblicare ciò che si è realizzato. Lo stesso Marcel Proust conobbe parecchie difficoltà. In conclusione, per scrivere è necessario un incoraggiamento da parte di qualcuno.
Credo che avere dei temi definiti invece che soggetti liberi sia una buona cosa. Quando si fa dello scrivere la propria professione bisogna saper andare incontro alle richieste degli editori. Dopo tutto, per chi ama la scrittura avere alcune restrizioni è un problema di poco conto.
In Giappone ci sono molti premi per esordienti, ma quasi tutti sono rivolti ai romanzi. Le opere premiate vengono immediatamente edite. Ad essere sincera, c’è un numero di pubblicazioni eccessivo ed anche gli scrittori sono forse troppi, perciò la concorrenza è dura ed accanita. Vengono editi pure tantissimi manga (fumetti), molti dei quali sono tradotti in altre lingue cosicché oscurano i romanzi. Questo perché (a differenza di quanto avviene con le opere scritte in inglese) i romanzi giapponesi sono invece ancora poco tradotti all’estero. D’altra parte, essendo però manga ed anime frequentemente tratti da libri, in tali forme sono presenti e assai diffusi in tutto il mercato mondiale.
Per dire, il manga dal titolo Dorangon Fâmu wa itsumo nigiyaka (La fattoria dei draghi è sempre allegra) realizzato da una mia trilogia di romanzi fantasy è in corso di pubblicazione a puntate su di un sito internet e c’è la possibilità che ne venga tratta una serie animata. Se così fosse, anche il pubblico italiano potrà divertirsi vedendola. Ne sarei molto felice!
07/11/2008, Davide Longoni