Tra i tanti libri del catalogo delle edizioni Il Foglio Letterario, non troviamo solo romanzi di genere fantastico, ma anche tutta una serie di saggi e studi relativi al genere che tanto amiamo, visto attraverso il cinema, i cartoni animati, i fumetti… e non solo. Vi presentiamo pertanto stavolta una carrellata di interessanti volumi che non possono mancare nella biblioteca personale di ogni appassionato.
Cominciamo con “Filmare la morte – Il cinema horror e thriller di Lucio Fulci” (250 pagine; 15 euro) di Gordiano Lupi & As Chianese. Si tratta di un libro sul cinema horror e thriller di Lucio Fulci che, dopo più di dieci anni dalla sua morte, è sempre più considerato uno dei nostri registi più importanti, ma meno considerati dalla critica ufficiale. Chianese e Lupi lo hanno scritto da cinefagi più che da cinefili e la loro critica è supportata da altre critiche, per fornire una visione completa dell’iter fulciano del brivido. Lucio Fulci è un cineasta completo che ha lasciato un segno indelebile nel cinema di genere italiano, affrontando ogni tipo di pellicola senza pregiudizi e con la massima professionalità, lottando sempre con budget ristretti e con produttori taccagni. Dalle sceneggiature per Steno e i primi film con Totò, alla saga di Franco e Ciccio, ai film erotico-maliziosi, per finire ai rinomati thriller e horror, il tratto distintivo è un’originalità che salta all’occhio persino del profano. “Filmare la morte” si occupa ovviamente soltanto del cinema “de paura” di Fulci e solo marginalmente affronta il discorso erotico, comico e apocalittico.
Altro maestro del cinema fantastico è sicuramente “Herschell Gordon Lewis: The Gorefather” (227 pagine; 15 euro) di Michele Tosolini, con prefazione di Alberto Farina e postfazione di Roberto Curti. Si tratta della prima guida in Italia al cinema di H.G. Lewis, padre del gore cinematografico. Il libro contiene un’intervista dell’autore a H.G. Lewis e un’intervista esclusiva a Tim Sullivan. Herschell Gordon Lewis dava la ciccia, sfacciatamente e onestamente, con quello sguardo privo di timidezze che distingue il 99 per cento del cinema pornografico. [...] Con “Blood Feast” inaugura con successo la sua pornografia dell’orrore (Alberto Farina). Strano destino, quello di essere studiato come un auteur a tutti gli effetti, per un regista che dichiarava di compatire il cinema come forma d’arte e coloro che spendevano tempo e denaro per una tale «immatura filosofia» (Roberto Curti).
Tra i grandi del mondo di celluloide non poteva mancare “Il cinema di Sam Raimi” (160 pagine; 12 euro) a cura di Fabio Zanello. Da regista di culto nell’horror per la trilogia “Evil Dead”, Sam Raimi si è progressivamente dimostrato negli anni un regista dal talento così inventivo e visionario da coniugare la classicità con il postmoderno negli altri generi cinematografici da lui affrontati: dal western (“Pronti a morire”) al noir (“Soldi sporchi”), dal supernatural thriller (“The Gift”) alla consacrazione definitiva con la fortunata saga di Spider-Man che oltre ad aver visualizzato l’umanesimo del fumetto Marvel, ha sancito un’autorialità immune alle costrizioni hollywoodiane. Il volume comprende saggi di Massimiliano Spanu, Luca Bandirali, Enrico Terrone, Fabio Zanello, Rebecca Dezzani, Laura Messina, Elisa Grando, Federico De Zigno, Domenico Monetti, Sabrina Negri, Michele Tosolini e Simona Giordano.
Restando sempre in tema troviamo anche il libro “I dannati e gli eroi – Il cinema di Guillermo Del Toro” (200 pagine; 15 euro) di Alessio Gradogna. Da “Cronos” a “Hellboy”, da “Blade 2” a “Il labirinto del fauno”, la filmografia di Guillermo Del Toro è una tela ricoperta di mille colori, e di infinite sfumature. Un quadro in cui trovano spazio l’estetica del fumetto, il videogame, l’omaggio ai grandi maestri, la frenesia del cinema post-moderno, e al contempo il dramma storico e sociale, e la sensibilità umanistica del puro cinema d’autore. Del Toro è uno dei registi più intriganti usciti allo scoperto negli ultimi anni; questa monografia, la prima in Italia a lui dedicata, analizza dettagliatamente tutti i suoi lavori. L’autore è Alessio Gradogna, giovane critico cinematografico collaboratore di “Sentieri Selvaggi” ed “Effetto Notte”, vincitore nel 2004 del premio nazionale di critica “Giovane e Innocente”. Nel 2006 ha pubblicato (con Fabio Tasso) il libro “Tokyo Syndrome – Le nuove frontiere dell’horror giapponese”, edito da Falsopiano.
E a proposito di Sol Levante, non perdetevi anche “Nuove ere e nuove genesi – Storia della fantascienza giapponese” (320 pagine; 18 euro) di Francesco Rossi, una ricerca su oltre 50 anni di fantascienza disegnata giapponese, sulla sua nascita e sviluppo dal dopoguerra ai giorni nostri, che si concentra sulle sue pietre miliari e punti di svolta, sui suoi innovatori e sulle sue opere più significative. Centinaia di serie ed autori analizzati nel loro contesto storico e sociale per spiegare il profondo rapporto di compenetrazione tra la società e la fantascienza nipponiche ed il modo in cui nei decenni si sono influenzate a vicenda. Spiegazioni e riferimenti alla mentalità e allo stile di vita dei giapponesi aiutano a vedere questo genere in un’ottica più obiettiva di quella parziale e spesso velata di nostalgia di molti fan occidentali, in modo da far luce su ciò che rende la science-fiction giapponese così unica e peculiare, al punto di essere diventata in tutto il mondo una vera e propria icona rappresentativa della cultura contemporanea del Sol Levante. Francesco Rossi è nato e vive in provincia di Torino. Da sempre nutre un profondo amore e rispetto per il Giappone, i suoi luoghi, la sua storia e la sua cultura. Questo studio, che ha presentato come tesi di laurea, è la sua prima pubblicazione.
Passiamo ora ad “ANIME – Storia dell’animazione giapponese 1984 – 2007” (230 pagine; 15 euro) di Andrea Fontana e Davide Tarò, con prefazione di Enrico Azzano e un contributo di Stefano Garigliosulla Nuova Animazione Seriale (Nas). Il volume vuole essere un approfondimento multiprospettico su uno dei fenomeni più importanti degli ultimi decenni: l’animazione giapponese (Anime). Il libro è tra i primi ad analizzare lo stratificato mondo degli Anime sotto una luce puramente critica, abbracciando non solo il mercato cinematografico ma anche quello televisivo e degli OAV. Nel dar corpo a questa analisi, gli autori hanno affrontato numerosi titoli, apparsi in più di vent’anni di animazione, alcuni inediti, cercando di fornire le giuste coordinate per giostrarsi all’interno di una dimensione visiva così ampia e a più livelli. Per fare ciò si è partiti dal 1984, anno di fondazione dello Studio Ghibli, che sarà padre di gioielli quali “La città incantata” e “Il Castello errante di Howl”, nonché anno del primo prodotto destinato al solo mercato Home Video (OAV), arrivando sino ad oggi. Si sono tracciate le tappe più importanti, coinvolgendo nomi di grande spessore: da Hayao Miyazaki a Isao Takahata, da Katsuhiro Otomo a Mamoru Oshii, da Satoshi Kon fino ad arrivare a Hideaki Anno, tutti registi in grado di segnare un’epoca con lavori quali “Akira”, “Tonari no Totoro”, “Ghost in the shell”, “Tokyo Godfathers”, “Neon Genesis Evangelion” e via dicendo. Un volume unico, raro, indispensabile per chiunque voglia ulteriormente approfondire, o solo scoprire, quel meraviglioso universo colorato di nome Anime.
Restiamo ancora in Giappone con il libro “All’ombra del Fuji Yama” (320 pagine; 12 euro) di Alessia Martini, che è uno studio esauriente sui manga giapponesi dal 1978 al 1988. Da “Capitan Harlock” ad “Atlas Ufo Robot” sino a “I Cavalieri dello Zodiaco”, passando per “Kiss me Licia” e “Devilman”. Una ricerca delle fonti accurata e un lavoro unico nel suo genere. Il linguaggio è piano e accessibile a tutti. Un’opera per gli appassionati del settore e per tutti i curiosi del fumetto giapponese. Il volume è corredato da disegni originali di Oscar Celestini ed è il primo volume di una completa trilogia manga realizzata dalla stessa autrice, insieme a “I Robottoni” (dedicato appunto ai robot giganti) e a “Carta e ossa” (dedicato agli anime femminili). Tralasciando questo libro per ragioni di contenuto, poco attinente al genere fantastico, anche se non mancano riferimenti ai vari regni della magia dei cartoni giapponesi, ci concentriamo invece su “I robottoni – Dalle corna di Go Nagai” (180 pagine; 12 euro). Questa raccolta è incentrata sugli indimenticabili robot protagonisti di manga e anime di successo. Il libro si compone di due parti. La prima, di carattere generale, intitolata “Corpo e acciaio”, analizza la figura dell’automa nella letteratura, nel cinema e nel fumetto ed evidenzia i numerosi stereotipi presenti in questo particolare filone: l’etica dell’onore e la filosofia del samurai, le scintillanti armature e le armi gridate, le basi segrete, prevedibilmente segrete, l’atavica contrapposizione tra bene e male incarnata da buoni, troppo buoni, e cattivi, irrimediabilmente cattivi, le traduzioni e gli adattamenti più o meno arbitrari. La seconda parte, “Cuore e acciaio”, comprende 14 serie realizzate in Giappone tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80. Dal capostipite “Mazinga Z” fino a “Golion”, sorprendentemente sbarcato negli Stati Uniti, passando attraverso il leggendario “Goldrake”, l’ibrido “Jeeg”, il componibile “Getta”, il drammatico “Zambot 3”, il simpatico “Daitarn III” e altri straordinari eroi, indelebilmente impressi nell’immaginario dei trentenni di oggi che, con le loro storie, hanno portato alla ribalta tematiche scottanti come la paura dell’ignoto, le imponderabili conseguenze di ricerche scientifiche spesso azzardate, gli effetti del nucleare all’indomani della tragedia che nel corso della seconda guerra mondiale investì Hiroshima e Nagasaki, la clonazione e il tema del doppio. Un nuovo e ancor più avvincente viaggio sulla macchina del tempo per tornare a quei giorni in cui la fede incrollabile nei propri miti, unita ad una buona dose di fantasia, erano sufficienti per sentirsi invincibili ma anche un invito, rivolto a tutti gli appassionati, a non prendersi troppo sul serio.
E dopo questa corpacciata di manga e anime made in Japan, non potevano mancare nel catalogo de Il Foglio letterario anche libri dedicati ai supereroi americani, per cui eccoci a consigliarvi “Dottor Banner e Mister Hulk” (100 pagine; 10 euro) di Daniel Ciberio, un volume esauriente e puntuale che analizza la figura di Hulk in oltre quarant’anni di albi a fumetti. L’autore Daniel Ciberio, critico di cinema e fumetto per “La Nueva Prensa” di Porto Rico, cataloga tutti i villain della saga e descrive il mondo di Hulk con protagonisti e comprimari. I miti di Frankenstein, dell’Uomo Lupo, del Dottor Jekyll e Mister Hyde, della Bella e la Bestia rivivono in un personaggio che ha fatto molta strada dai tempi di Stan Lee e Jack Kirby. Il nuovo Hulk di Peter David è un’affascinante figura a tre dimensioni che entra di diritto nella letteratura a fumetti. Ma Daniel Ciberio non si limita al fumetto, perchè ripercorre la storia di un Hulk televisivo interpretato da Lou Ferrigno, dei cartoni animati, delle strisce giornaliere fino ad arrivare all’analisi dello straordinario film di Ang Lee che ha riportato il tormentato mostro dalla pelle verde all’attenzione del grande pubblico. In appendice trovate anche il saggio “L’Uomo Ragno tra cinema e fumetto” di Gordiano Lupi.
Altro giro, altro supereroe, parliamo di “Batman – La maschera e il volto – Sulle tracce del cavaliere oscuro” (170 pagine; 15 euro) di Marco Timossi e Stefania Ponzone. Il volume è una guida ragionata alla “scoperta” della misteriosa e carismatica figura del Cavaliere Oscuro, simbolo decadente dell’era moderna e figura seminale per il fumetto superomistico americano, attraverso un excursus analitico e cronologico del character Bruce Wayne/Batman. Si analizzano la genesi storica e le evoluzioni del personaggio (dal glorioso albo “Detective Comics” n. 27 in poi), le caratteristiche psicoambientali, i rapporti interpersonali con partner e villain, le numerose incarnazioni cartacee e mediatiche, ovvero cinema, serial televisivi e cartoon. Marco Timossi e Stefania Ponzone realizzano, a quattro mani, un saggio accattivante dalle connotazioni spigliate e colloquiali, particolarmente indicato a chi si avvicina per la prima volta all’universo batmaniano targato DC Comics.
“Identità segreta” (270 pagine; 18 euro) di Alessandro Del Gaudio invece, è uno studio su eroi, guerrieri, maestri e divinità in terra, condottieri di eserciti e generali reietti, uomini dalle inaspettate qualità e donne dall’incredibile fascino, alieni e mostri: in una parola, supereroi. La morte e la vita, la Terra e lo spazio sconfinato, macchine dal cuore umano e muscoli d’acciaio, amore e vendetta. Un saggio che non pretende di analizzarli tutti, ma di rivelarne i segreti e metterne in luce la storia, le origini, i destini. Tante storie che abbracciano svariati generi: fantascienza, fantasy, horror, thriller, spionaggio, avventura, a volte comici a volte tragici, sempre fantastici. America, Giappone, Italia. Dalla A di “Alita” alla Z di “Zagor”. Un viaggio che non ha mai fine ma che porta in edicola, passando per TV e cinema.
Chiudiamo infine questa carrellata di saggi fantastici targati Il Foglio Letterario con qualcosa di più serio, che affonda le radici nella storia con la “S” maiuscola: stiamo parlando di “La svastica nelle tenebre – Nazismo magico” (170 pagine; 15 euro) di Marco Castelli. Questo studio parla del nazismo ma va oltre la comune conoscenza di un movimento politico razzista, responsabile dell’Olocausto e di altri terribili crimini contro l’umanità. L’autore ci fa scoprire in maniera approfondita il volto nascosto del nazismo e i motivi occulti alla base di molte decisioni e viaggi dei gerarchi di Hitler. Il testo esamina gli aspetti interni del fenomeno, svelandone il mistero. Si parte dall’Ariosofia e dalla Società Thule fino a rivelare la fonte luciferina della mistica, della tecnologia e dell’antropologia nazista. Un libro ricco non solo di storia e di orrore, ma anche di mistero e di magia (Maurizio Maggioni).
A questo punto crediamo ne abbiate abbastanza per poter scegliere cosa più vi aggrada: ora non vi resta che tuffarvi a capofitto nella lettura!