Dopo averci regalato la terrificante antologia spaghetti-weird “Polpa e colpa”, di cui è stato il curatore e uno degli autori, torna Luca Ducceschi questa volta con un volume tutto suo, “Ciò che ho scritto lassù in soffitta” (10 euro; 116 pagine) edito da Tespi.
Come si legge nella presentazione al libro, in questa sua nuova opera troveremo: “La gioia e il dolore della solitudine e del vivere liberi, in bilico tra il sogno e una realtà più o meno delirante. Demoni e spettri che albergano fuori e dentro di noi, spesso scambiandosi di ruolo con le proprie vittime. La passione e l’ossessione per la scrittura. Sesso e sentimento in un valzer che somiglia a una Totentanz di emozioni, o al vortice di un conato di vomito che scivola giù per lo scarico mentre accordi sporchi e sghembi riempiono la stanza di musica che sa di birra e sigarette. Ironia e tragedia a letto insieme, senza preoccuparsi se è amore o l’avventura di una notte. Dieci racconti rigorosamente e casualmente in prima persona, come le bizze di un cantautore stanco e ubriaco sul palco di un teatro deserto. Ma solo perché è arrivato in anticipo, che poi il pubblico verrà”.
Luca Ducceschi è nato a Sesto San Giovanni nel 1977. Lavora come operatore sociale. Ha ricevuto riconoscimenti e segnalazioni in diversi concorsi letterari tra cui l’edizione 2008 del Premio Francesco Alziator (sezione Giovani Autori) con la raccolta “Tre storie di inverni neri”, di prossima pubblicazione.
Sempre nel corso del 2008 ha pubblicato i romanzi “Ci piacevano i Gansendrosis (Edizioni Montag) e “Gioco di voci” (Edizioni Creativa).
Suoi racconti sono presenti su varie antologie tra cui “Polpa e colpa – 10 schegge di spaghetti weird” (Lulu.com) da lui ideata e curata. Collabora con alcuni portali web nel campo dell’horror e della narrativa ed è co-fondatore del gruppo di scrittori “Autori in circolo”.
06/12/2008, Davide Longoni