E’ uno dei più acclamati scrittori di fantascienza italiani: vincitore del prestigioso “Premio Urania” nel 1997, da allora ha collezionato parecchi successi e ha saputo regalarci universi fantastici senza pari… stiamo parlando di Massimo Mongai, che andiamo immediatamente a conoscere meglio.
COMINCIAMO CON UNA DOMANDA DI RITO. CHI È MASSIMO MONGAI?
Uomo, etero, sessantunenne, romano, obeso, scrittore, leggermente squilibrato (nel senso letterale del non aver un perfetto equilibrio), un po’ depresso, due volte divorziato, molto single, proprietario di casa, amico di amici, occhiglauco.
COME HAI COMINCIATO A SCRIVERE?
A dodici anni dopo aver letto “Il Giornalino di Giamburrasca” di Vamba ho cominciato a scrivere un diario, con il segreto ed inconscio desiderio (come tutti quelli che scrivono un diario) che prima o poi lo leggesse qualcuno e così è stato: prima un prete gesuita poi uno psicoanalista (ancora non ci posso credere!). Poi la solita trafila di tutti: un tentativo di racconto, poi un racconto, poi 15 anni di carriera da copywriter, poi un racconto pubblicato, poi il romanzo pubblicato.
VUOI PARLARCI DELLE TUE PRODUZIONI CUI SEI PIU’ LEGATO?
La serie di Rudy in “Memorie di un cuoco d’astronave”, “Premio Urania” ed anche quasi 30.000 copie vendute.
COME DICEVI, SICURAMENTE UNO DEI TUOI PERSONAGGI PIU’ RIUSCITI E’ RUDY TURTURRO, IL PROTAGONISTA NON SOLO DI “MEMORIE DI UN CUOCO D’ASTRONAVE”, VINCITORE DEL “PREMIO URANIA” NEL 1997, MA ANCHE DELL’ANTOLOGIA “GUIDA GALATTICA DEI GOURMET” DEL 2010. VUOI RACCONTARCI COME E’ NATA L’IDEA DI QUESTO PERSONAGGIO?
Ero a pranzo con la mia seconda ex moglie, di ritorna da San Marino dove ero stato premiato come sesto (però su 250 concorrenti) al “Premio Courmayeur” del 1993, mi pare, ed ero entusiasta della cosa e parlando del fatto che la cosa più stimolante da fare poteva essere partecipare al “Premio Urania” mi chiedevo quale poteva essere una tematica originale e dato che eravamo a tavola e che quattro anni prima avevo fatto da cuoco su una barca a vela di 30 metri in Turchia, oplà, è venuta l’idea: come fai a scolare gli spaghetti in assenza di gravità? E da lì tutto il resto. Essendo un lettore di FS sapevo che nessuno aveva mai trattato il tema del cibo.
QUAL È STATA LA PARTE PIÙ DIFFICILE NELLA CREAZIONE DELLA SAGA DI RUDY TURTURRO?
Non ci crederai ma non c’è stato assolutamente niente di difficile. In casa ho oltre 80 libri di cucina, cucinare era una mia vecchia passione (non lo è più, ora mi annoia, non cucino più, ora ustiono i cibi) quindi l’expertise di fondo e la passione c’erano già insieme all’esperienza del mondo fantascientifico. E’ stata una strada in discesa.
IN QUESTI ANNI DI ATTIVITÀ HAI SEMPRE AVUTO UNA PREDILEZIONE PER IL FANTASTICO. CHE SIGNIFICATO HA PER TE QUESTA TEMATICA?
Contrariamente a quanto si crede o si dice di solito la FS è un genere molto realistico. Ciò che accade in una storia di FS per quanto improbabile non può essere scientificamente impossibile. Ad esempio se c’è un vampiro deve essere un alieno o un umano mutante o un robot ma non può essere un non-morto. Ecco. E’ questa dimensione realistica ed al tempo stesso fantastica che mi attrae nella fantascienza. Tutto quello che accade nel “Signore degli Anelli” può essere affascinante ma è un sogno: non è accaduto e non può accadere. Ciò che accade in “Star Trek” potrebbe accadere.
DURANTE LA TUA CARRIERA HAI SCRITTO RACCONTI E ROMANZI NOIR, GIALLI E DI FANTASCIENZA: A QUALE DI QUESTI GENERI TI SENTI PIU’ LEGATO E PERCHE’?
La FS per il motivo sopraindicato.
SPESSO E VOLENTIERI AMI CONDIRE LE TUE OPERE, DI QUALUNQUE GENERE SIANO, CON UNA BUONA DOSE DI UMORISMO E IRONIA. COME MAI QUESTA SCELTA STILISTICA?
Prima di tutto perché mi viene spontaneo. E direi che mi viene spontaneo perché non mi va di prendere le cose troppo sul serio, almeno non quando scrivo. O quando leggo. Perché io leggo e vado a cinema per il piacere di farlo e quindi cerco l’allegria ed il lieto fine. Per il dramma mi basta la realtà dalla quale non rifuggo anzi mi impegno. Per il dramma c’è la politica, la quotidianità delle lotte e dell’impegno, non la lettura, il relax ed il privato. Sono un guerriero, a casa mi riposo, poi esco e combatto.
VENIAMO A UNA DOMANDA PIÙ GENERALE. DOVE TRAI ISPIRAZIONE PER TUTTE LE TUE STORIE?
Dalla realtà direi e dal buon vecchio : “…e se…”. Ogni mattina mentre bevo il caffè leggo on line molti quotidiani e trovo quasi sempre una notizia che mi suggerisce proprio stimoli di questo tipo. Registro la pagina e la metto da parte. Ne ho centinaia e prima o poi ne userò qualcuna. Credo. Le idee non mancano mai.
HAI SCRITTO SIA RACCONTI CHE ROMANZI: IN QUALE FORMA DI ESPRESSIONE TI TROVI PIU’ A TUO AGIO?
I romanzi. Secondo me quando hai una idea veramente buona tanto vale scriverci un romanzo. Oltretutto un racconto per definizione ha bisogno di un finale se non a sorpresa almeno forte, scoppiettante ed è difficilissimo farlo bene. Tanto vale scrivere di più.
OLTRE CHE NARRATORE, SEI ANCHE SAGGISTA E SCENEGGIATORE. COME SI CONCILIANO TUTTE QUESTE ANIME DELLO SCRIVERE IN TE?
Non ci sono contraddizioni. Si tratta di prodotti commercialmente diversi ma non diversi in termini di anima. Molti scrittori scrivono saggi ed una sceneggiatura è comunque una storia, solo con una forma un po’ diversa.
DA QUALCHE ANNO SEI ANCHE TRA I GIURATI DEL “TROFEO RiLL”. VUOI PARLARCI DI QUESTA ESPERIENZA?
E’ una bellissima esperienza. E’ divertente, mi tiene a contatto con i “gggiovani”, mi fa incontrare gente nuova, ci scappano diverse pizze e presentazioni, sento il polso della scrittura del fantastico in Italia oggi come oggi. E poi ritengo che ormai il “Premio RiLL” (in scadenza a fine mese, ndr) sia diventato da qualche anno una realtà estremamente significativa della letteratura fantastica in Italia. Se ci pensi della giuria fanno parte diversi “Premi Urania” oltre ad altri scrittori professionisti ed alcuni “Premi Tedeschi”; si potrebbe addirittura dire che la giuria del RiLL è più prestigiosa e qualificata di quella del “Premio Urania”. Esiste ormai da 15 anni, riceve quasi 300 racconti l’anno, ne pubblica ogni anno 10 ed ha dato vita a spin-off come il “Premio Sfida” riservato ai finalisti del “Premio RiLL”. Scusa se è poco.
QUALI SONO I TUOI SCRITTORI PREFERITI?
Tanti, troppi. In FS diciamo Farmer, Van Vogt, il primo Asimov, Anderson, Hogan, Clarke. Nel giallo Stout e Christie.
E PER QUANTO RIGUARDA I FILM, CHE CI DICI?
Io vado molto al cinema e vedo molti film on-line, ma è molto tempo che non esco dalla sala dicendomi veramente soddisfatto. Sai quella sensazione di pienezza, di soddisfazione, come dopo un pasto perfetto dall’inizio alla fine? Una volta la provavo di più. Non so se è un fatto di età o di essere diventato più esigente, più esperto o solo più snob. Nella FS i film sono pieni di effetti speciali a scapito della storia, tutti effettoni, rumoroni, capitomboloni. Le commedie non sono più particolarmente divertenti, i thriller mi annoiano. Ormai mi piacciono solo le sit-com americane. Sono un fan di “The Big Bang Theory” e di “Dr. House”.
ULTIMA DOMANDA, POI TI LASCIAMO AL TUO LAVORO. QUALI PROGETTI HAI PER IL FUTURO E QUAL È IL TUO SOGNO (O I SOGNI) CHE HAI LASCIATO NEL CASSETTO?
Quanto ai progetti continuare a scrivere. Quanto ai sogni, non so. Dimagrire, forse.
IN BOCCA AL LUPO PER ENTRAMBI, ALLORA… E GRAZIE DI TUTTO!