Affacciatasi da poco sulla scena letteraria fantasy italiana, Laura Sammartano Fèvre ha già saputo ottenere in poco tempo ampi consensi di critica e di pubblico con il suo romanzo “Le gemme di Tebarka”. Per conoscerla meglio e sapere cosa ci riserverà in futuro questa giovane promettente autrice, abbiamo avuto il piacere di incontrarla per voi.
COMINCIAMO CON UNA DOMANDA DI RITO. CHI È LAURA SAMMARTANO FÈVRE?
Sono nata a Marsala nel 1977, mi sono laureata in Storia dell’arte al Dams di Palermo e attualmente vivo tra la Sicilia, alla quale sono profondamente legata, e il sud della Francia. Amo viaggiare, amo il cinema, la musica e l’arte in generale.
COME HAI COMINCIATO A SCRIVERE?
In realtà ho sempre amato la scrittura, ma soprattutto sono un’appassionata lettrice. Ho divorato decine di titoli e qualche volta quando si legge così tanto si viene attratti dall’idea di passare dall’altra parte. Ed è quello che ho fatto.
VUOI PARLARCI DELLE TUE PRODUZIONI PRECEDENTI?
Ho terminato pochi mesi fa la stesura di un romanzo fantasy (tema vampiri) intitolato “Angeli Caduti” e qualche anno fa ho scritto un libro di narrativa sotto forma di diario, “Memorie di un peccatore”, ancora entrambi inediti. Al momento sono impegnata nella scrittura del secondo capitolo tratto dalla saga fantasy “Le cronache dell’arcipelago” (“Il talismano di Farerka”) di cui “Le gemme di Tebarka”, che è il mio romanzo d’esordio, fa parte.
RECENTEMENTE E’ USCITO IL TUO PRIMO ROMANZO PUBBLICATO, INTITOLATO APPUNTO “LE GEMME DI TEBARKA”. CE NE VUOI PARLARE?
È la storia di Tebarka, un’isola che a causa di una maledizione si è allontanata dall’arcipelago di Ereth Island del quale faceva parte. Minacciata dallo stregone di Hastamar, intenzionato a rubare le gemme che proteggono le restanti quattro regioni popolate da elfi, uomini, centauri e fantasmi, l’isola sarà teatro di un conflitto che porterà alla luce una serie di personaggi: Thebilo, principe di Giansìr, costretto a vivere da fantasma; Marold, erede al trono di Milletsun, alla ricerca di se stesso, piuttosto che il buffo Puciock, elfo saccente e dallo spiccato senso dell’umorismo.
QUAL È STATA LA PARTE PIÙ DIFFICILE NELLA CREAZIONE DEI PERSONAGGI E DELL’AMBIENTAZIONE?
Sicuramente intrecciare le varie storie in concomitanza con la geografia dell’isola. Il resto è venuto da sé.
E COME E’ NATO IL MONDO DELLA SAGA “LE CRONACHE DELL’ARCIPELAGO”?
Ricordo che avevo appena terminato un esame universitario. Tra le dispense trovai l’immagine di un’isola tunisina chiamata Tabarca. Di getto buttai giù lo schizzo di un’isola, composta da cinque regni e dall’immensa foresta di Marciville. Per qualche tempo lasciai l’idea da parte, poi la perdita di una persona cara mi portò a gettarmi a capofitto in un mondo immaginario che allora avevo vissuto come unica consolazione.
SI CAPISCE CHE IN QUESTI ANNI DI ATTIVITÀ HAI SEMPRE AVUTO UNA PREDILEZIONE PER IL FANTASTICO. CHE SIGNIFICATO HA PER TE QUESTA TEMATICA?
Il fantasy è un genere letterario che lascia spazio all’immaginazione, permettendo all’autore di portare alla luce un mondo nuovo e alternativo che diventa credibile. La possibilità di creare dal nulla luoghi, personaggi e nomi è incredibilmente stimolante e poi se non si dimentica il bambino che alberga in ognuno di noi non si può non restarne affascinati.
VENIAMO A UNA DOMANDA PIÙ GENERALE. DOVE TRAI ISPIRAZIONE PER TUTTE LE TUE STORIE?
Ho sempre amato inventare nuovi termini e “Le gemme di Tebarka” ne è la prova evidente. Intorno a un nome costruisco la storia. Il potere evocativo delle parole fa da traino allo sviluppo della trama. La musica è essenziale per accompagnarmi nella stesura. I film che ho visto, i libri letti… tutto può influenzarmi, anche un volto. Non a caso Thebilo, uno dei protagonisti, mi è stato ispirato dal giovane attore “potteriano” Rupert Grint.
QUALI SONO I TUOI SCRITTORI PREFERITI?
J.R.R. Tolkien e J.K. Rowling occupano un posto centrale nelle mie preferenze. Inoltre apprezzo molto Terry Brooks, Giorgio Faletti, Stephanie Meyer e la straordinaria penna di Carlos Ruiz Zafòn.
E PER QUANTO RIGUARDA I FILM, CHE CI DICI?
“Il Signore degli Anelli” è senza dubbio il mio film preferito. Lo conosco a memoria e lo considero un rispettoso tributo cinematografico all’imponente capolavoro letterario. Non posso non annoverare tra le mie predilezioni il “Dracula di Bram Stoker” diretto da Coppola, “Philadelphia”, “LadyHawke”, “Seven” e “Balla coi lupi”.
ULTIMA DOMANDA, POI TI LASCIAMO AL TUO LAVORO. QUALI PROGETTI HAI PER IL FUTURO E QUAL È IL TUO SOGNO (O I SOGNI) CHE HAI LASCIATO NEL CASSETTO?
Mi auguro di proseguire nella scrittura, che considero uno straordinario modo di esprimere i più profondi moti dell’anima, un modo per donare un pezzo di sé agli altri. I miei progetti sono pubblicare i romanzi ancora nel cassetto e iniziare un libro di favole per bambini, narrate dalle piccole creature magiche che popolano i miei fantasy.
IN BOCCA AL LUPO ALLORA… RESTEREMO AD ASPETTARE I TUOI PROSSIMI “DONI”.