PAOLA BONI

Abbiamo avuto modo di presentarvi “Black Angel”, il suo primo romanzo, non molto tempo fa, un horror di ampio respiro con tematiche romantiche e spaventose al tempo stesso: stiamo ovviamente parlando di Paola Boni, con la quale abbiamo ora il piacere di fare quattro chiacchiere.
COMINCIAMO CON UNA DOMANDA DI RITO. CHI È PAOLA BONI?
Ecco questa devo dire è una cosa che dopo ventidue anni sto ancora cercando di capire… no scherzi a parte… direi che Paola è una ragazza divisa tra il lavoro nella sua libreria e la sua scrittura, una persona che vive molto alla giornata, abbastanza testarda e determinata da impegnarsi sempre al massimo per ottenere ciò che desidera cercando di avere meno rimpianti possibili.
VUOI PARLARCI DELLE TUE PRODUZIONI PRECEDENTI?
Il primo romanzo che ho scritto è stato un fantasy nato dalla fusione della mitologia cristiana, della tradizione cabalista e ovviamente del fantasy tradizionale, un lavoro che purtroppo è rimasto chiuso in un cassetto in attesa di revisione… poi ho iniziato a sviluppare quasi subito le idee che hanno portato alla nascita di “Black Angel”, scrivendo anche diversi racconti, pubblicati on line o in diverse antologie,  tra i quali la mia prima pubblicazione è stata il racconto “Dark Sensation” uscito nell’antologia del gruppo degli “Scrittori Sommersi”, un gruppo che promuove il reciproco sostegno tra giovani scrittori al quale sono molto legata e con il quale collaboro ancora oggi.
RECENTEMENTE È USCITO IL TUO NUOVO LAVORO “BLACK ANGEL”. CE NE VUOI PARLARE?
“Black Angel”, oltre a una storia d’amore dark, è anche la storia di una ragazza che cerca di capire e accettare una diversità che prima di incontrare Lucas  l’aveva sempre portata ad allontanarsi dalle persone che le erano vicino. È proprio grazie al vampiro che Paola troverà le risposte alle domande generate dalla sua profonda solitudine e dall’incapacità di dare un senso a sensazioni che prima non riusciva a spiegarsi, ma con esse, sarà costretta anche ad affrontare la realtà che si nasconde dietro le luci notturne di Roma, una realtà violenta e spietata che la giovane all’inizio rifiuta, ma con la quale si troverà costretta a scontrarsi suo malgrado. Sarà proprio crescendo e imparando ad affrontare se stessa e l’oscura realtà in cui è stata trascinata a permetterle di proteggere le persone che ama, coinvolte per lei nelle lotte per la supremazia sulla Comunità. Ho scelto Roma come ambientazione perché è una città antica e affascinante, ma allo stesso tempo misteriosa e pericolosa, una città incredibile dove ad ogni angolo si può trovare qualcosa di magico e inaspettato. Non penso possa esistere uno scenario altrettanto perfetto per creature come Lucas e la Comunità di vampiri al suo seguito.
IN QUESTI ANNI DI ATTIVITÀ HAI SEMPRE AVUTO UNA PREDILEZIONE PER IL GENERE HORROR E PER IL MISTERO IN GENERALE. CHE SIGNIFICATO HANNO PER TE QUESTE TEMATICHE?
Fin da piccola sono sempre stata intimorita ma allo stesso tempo attratta da tutto ciò che è “mistero,” forse per la mia naturale, eccessiva curiosità che mi ha sempre portato a cercare un significato più profondo in tutte le cose. Credo che paura e mistero, comunque, siano delle tematiche in un certo senso profondamente unite l’una all’altra che fanno parte della natura stessa delle persone e rappresentano una parte di noi che non sempre ci piace mostrare. Spesso, infatti, è proprio il mistero, ciò che non conosciamo e che non capiamo a spaventarci di più, a tirare fuori il nostro lato più oscuro e farci fare cose che normalmente ci sembrerebbero inconcepibili.  
COME MAI UNA DONNA, DI SOLITO NON ASSOCIABILE AL GENERE HORROR, DECIDE (COME DEL RESTO MOLTE ALTRE) DI BUTTARSI A CAPOFITTO PROPRIO IN QUESTO GENERE?
Credo per lo stesso identico motivo per cui vi si getterebbe un uomo: per passione. L’horror, come il fantasy, è un genere che mi ha sempre affascinata e che mi ha sempre coinvolto in maniera profonda. Ho deciso di dedicarmi ad esso, semplicemente perché era quella la direzione più naturale che prendevano i miei personaggi e le mie storie.
VENIAMO A UNA DOMANDA PIÙ GENERALE. DOVE TRAI ISPIRAZIONE PER TUTTE LE TUE STORIE?
Beh, personalmente considero ogni cosa come una possibile fonte di ispirazione: la musica, le cose che vedo per strada, le mie letture, i miei incubi e le mie paure, le persone che incrocio per caso o con cui parlo anche solo una volta… se si sa osservare bene si può trovare un’idea o una storia anche nelle cose più piccole e semplici nelle quali incappiamo ogni giorno.
QUALI SONO I MODELLI LETTERARI O CINEMATOGRAFICI CUI TI ISPIRI?
Per quanto riguarda la letterature i miei modelli sono sicuramente due: Laurell K. Hamilton, che con  la sua saga di Anita Blake è stata praticamente la prima a farmi appassionare alla letteratura “vampirica,” e Alda Teodorani che è stata ed è tuttora uno dei miei principali punti di riferimento. Per quanto riguarda il cinema, devo ammettere che i miei miti cinematografici, primo fra tutti il grande Charlie Chaplin, si distaccano enormemente dal mio genere letterario anche se ovviamente adoro anche tutta quella che è la cinematografia horror e fantasy.  
ULTIMA DOMANDA, POI TI LASCIAMO AL TUO LAVORO. QUALI PROGETTI HAI PER IL FUTURO E QUAL È IL TUO SOGNO (O I SOGNI) CHE HAI LASCIATO NEL CASSETTO?
Per quanto riguarda la mia scrittura attualmente sto lavorando a una trilogia fantasy, spostandomi, se così si può dire, dai vampiri ai demoni, Ovviamente, poi, voglio portare avanti la saga legata a “Black Angel”, con il seguito, “Beautiful Devil”, già terminato, vari racconti brevi e altri romanzi. Per il resto credo di essere una delle poche persone che ha la grande fortuna di aver già realizzato molti dei propri desideri. Adesso l’unico sogno che al momento conservo chiuso nel cassetto è forse quello di raggiungere una maggiore stabilità a livello personale e ovviamente migliorare e crescere tanto nella mia scrittura quanto nella vita.
GRAZIE DI TUTTO E IN BOCCA AL LUPO… MANNARO!
07/03/2009, Davide Longoni