Graziano Versace è un autore a tutto tondo: scrive e sa scrivere spaziando in tutti i generi, passando con disinvoltura dal mainstream alla fantascienza e sapendo regalare ogni volta ai suoi lettori grandi emozioni. Conosciamolo meglio.
COMINCIAMO CON UNA DOMANDA DI RITO. CHI È GRAZIANO VERSACE?
Sono nato a Belmore in Australia il 16/02/64, e ancora mi porto dentro gli spazi e l’evanescenza di quei luoghi. Un periodo che per me equivale a una sorta di estate incantata. Ho trascorso la mia adolescenza a Taurianova in provincia di Reggio Calabria, e mi sono laureato in Lettere Moderne a Messina. Successivamente, ho frequentato la scuola di psicoterapia dell’Istituto di Psicologia Umanistica Esistenziale di Roma diretta da Luigi de Marchi. Ho svolto per qualche tempo l’attività di psicoterapeuta, poi mi sono dedicato all’insegnamento, lavoro che svolgo tuttora.
COME HAI COMINCIATO A SCRIVERE?
Ho cominciato a scrivere fin da piccolo, cambiando i finali dei telefilm o dei cartoni animati che non mi soddisfacevano. Un esercizio che poi si è tramutato in una vera e propria passione. Io e la scrittura siamo connaturati.
VUOI PARLARCI DELLE TUE PRODUZIONI PRECEDENTI?
Ho esordito con un libro per la scuola, Biglie colorate. Poi, ho avuto la fortuna di pubblicare due titoli mainstream per Edizioni San Paolo, Tutto il mondo dentro, un romanzo psicologico su un presunto caso di possessione diabolica, e Ladri di locandine, la storia di un’amicizia tra due ragazzini appassionati di cinema nella Calabria degli anni Settanta. L’esordio nella fantascienza è avvenuto grazie a Edizioni XII con Raimondo Mirabile, futurista, ambientato in una Milano di inizio XX secolo invasa da una setta aliena.
RECENTEMENTE HAI PUBBLICATO IL TUO NUOVO ROMANZO “NOOS, IL CANTO DEL MONDO”. VUOI PARLARCENE?
Noos riflette innanzitutto il mio amore per il mare. Narra la storia di Renzo, un fotografo trentanovenne, che durante uno dei suoi viaggi incontra Roberto, un amico di vecchia data, e si trova coinvolto in una storia dai risvolti incredibili. Roberto, infatti, insieme alla sorella Frediana e ad altri amici, sta inseguendo una megattera e una sfera di luce connesse a un uomo misterioso chiamato Ulisse. Il gruppo, navigando tra le isole siciliane alla ricerca della sfera e della megattera, rivivrà i momenti salienti dell’Odissea. Fino al finale sconvolgente che svelerà il mistero di Noos e che cambierà per sempre le loro vite. E, se posso permettermi, credo che il nostro Mediterraneo sia un serbatoio di storie, soprattutto fantastiche e avventurose, ancora tutte da scoprire.
IL LIBRO RIPRENDE IN QUALCHE MANIERA LE VICENDE DELL’ODISSEA. COME MAI QUESTA SCELTA?
Ho fatto semplicemente due più due. Nell’antichità, è probabile che il mare siciliano fosse un punto di transito per le megattere, e che i terribili suoni emessi dalle Sirene di omerica memoria, che tanto terrorizzavano i marinai, non fossero altro che le “voci” di queste balene. Da qui è nata l’idea per il libro.
LA STORIA E’ AMBIENTATA TRA LE ISOLE SICILIANE. AVENDO OPTATO PER IL MONDO REALE E NON UNO IMMAGINARIO, QUALI DIFFICOLTA’ HAI INCONTRATO PER LA DESCRIZIONE DEI LUOGHI E COME TI SEI MOSSO?
In effetti ho incontrato poche difficoltà, visto che, fatta qualche eccezione, conoscevo già i luoghi di cui poi ho scritto nel libro.
E QUALI DIFFICOLTA’ INVECE TI HANNO DATO I PROTAGONISTI?
La difficoltà vera e propria è stata far rivivere Ulisse (se mai si tratta di lui, perché questo è un mistero che resterà tale). Per il resto, mi sono sentito a mio agio con gli altri protagonisti della storia, per il semplice fatto che li ho sentiti fin da subito miei. Poi, sai, mi coinvolgeva molto la possibilità di narrare una storia di fantascienza ambientata in un luogo insolito per questo genere narrativo.
QUALE FRA I PERSONAGGI CHE HAI INVENTATO NEI TUOI ROMANZI O NEI TUOI RACCONTI E’ PIU’ SIMILE A TE?
Direi Fredreric Da Crone, il padre di Raimondo Mirabile. Per quanto io sono più giovane, e lui molto più saggio.
IN QUESTI ANNI DI ATTIVITÀ HAI SEMPRE AVUTO UNA PREDILEZIONE PER IL FANTASTICO. CHE SIGNIFICATO HA PER TE QUESTA TEMATICA?
È un modo per rinnovare un mio personalissimo senso della scoperta o dell’avvicinamento a Dio e alla vita. Scrivere fantascienza e pregare per me sono la stessa cosa.
VENIAMO A UNA DOMANDA PIÙ GENERALE. DOVE TRAI ISPIRAZIONE PER TUTTE LE TUE STORIE?
Ascolto musica. Mi trasporta nel regno delle idee. Poi, dopo un periodo di “gestazione”, l’ispirazione arriva da sola, e ti ritrovi davanti agli occhi la storia già pronta per essere scritta. Ma può succedere anche con un quadro, o con la copertina di un libro, o tirando le somme di una serie di letture, o partendo da un’intenzione ben precisa. In sostanza, l’ispirazione può arrivare da qualsiasi parte, ma preferisco l’approccio musicale. Pensa che esistono alcune musiche che contengono storie con tanto di titolo che io però non riesco a definire o, come dire?, a estrapolare. Le ascolto e riascolto, ma le storie rimangono lì. Ma prima o poi riuscirò a tirarle fuori.
QUALI SONO I TUOI SCRITTORI PREFERITI?
Non c’è un autore di fantascienza classica che io non ami. Tra quelli più recenti, Robert J. Sawyer. Adoro John Dickson Carr, Michael Crichton e Morris West. Ho letto quasi tutta la loro produzione. Per la letteratura mainstream cito: Allan Sillitoe, J. D. Salinger, Luigi Pirandello, Raymond Queneau.
PER QUANTO RIGUARDA I FILM CHE TI PIACCIONO, CHE CI DICI?
Tocchi un argomento che da solo vale un’intervista. Quante pagine abbiamo a disposizione? In questo momento scelgo: Blade Runner, Qualcuno volò sul nido del cuculo, Le ali della libertà, La vita è meravigliosa, Dottor Creator. La mia cinquina di oggi.
ULTIMA DOMANDA, POI TI LASCIAMO AL TUO LAVORO. QUALI PROGETTI HAI PER IL FUTURO E QUAL È IL TUO SOGNO (O I SOGNI) CHE HAI LASCIATO NEL CASSETTO?
Nell’immediato, un romanzo sulla scuola in epoca fascista. Poi, ho un cassetto pieno di sogni che aspettano di diventare realtà.
E OVVIAMENTE CI AUGURIAMO TUTTI CHE SIA COSI’: IN BOCCA AL LUPO!