Eravamo sul finire degli anni Settanta, più precisamente era il 1978, e Michael Jackson, punta di diamante dei Jackson 5, band di colore formata da cinque fratelli che aveva sfornato anni prima parecchi successi, stava tentando la strada da solista, partecipando come attore/cantante al musical diretto da Sidney Lumet “The Wiz” (in italiano “I’m magic”), ovvero la versione soul de “Il mago di Oz”, con interpreti del calibro di Diana Ross e Richard Pryor e musiche di Luther Vandross e Quincy Jones. Il “Peter Pan” della musica black, come è stato più volte definito, si cimentava per la prima volta in quel genere a metà strada tra il fantastico e il musicale che negli stessi anni ci propose chicche come “The Rocky horror picture show” e “Il fantasma dell’opera”. Jackson interpretava il ruolo dello Spaventapasseri e da quel momento in poi compì un balzo, musicalmente parlando, e allo stesso tempo si spianò una strada che lo fece ritrovare ancora un paio di volte a incrociare il genere fantastico.
La sua seconda volta fu infatti nei primi anni Ottanta, con il cortometraggio “Thriller”, ispirato all’omonima canzone e diretto da John Landis (“Un lupo mannaro americano a Londra”, uno degli episodi del film “Ai confini della realtà”, “Donne amazzoni sulla luna”, “Amore all’ultimo morso”): si trattava del video che accompagnava il pezzo, ma si presentava come un vero e proprio mini-film horror con tanto di zombi e lupi mannari che infestavano in una notte di luna piena un piccolo villaggio della periferia statunitense durante la proiezione di una maratona, manco a dirlo, di film horror. Per gli effetti speciali la produzione chiamò niente meno che Rick Baker, già famoso per aver lavorato in precedenza oltre che con Landis anche in pellicole quali “Star wars IV”, “Fury”, “Videodrome”, “Wolf”, “Batman forever” e tantissime altre. Ciliegina sulla torta, sia la canzone sia il video presentavano un segmento recitato dalla voce del celebre attore horror Vincent Price, noto soprattutto per i suoi film per la Hammer.
E arriviamo così alla terza capatina nel genere fantastico di Jackson, se si escludono un paio di altri video che però non hanno saputo eguagliare l’importanza di “Thriller”, come un fantascientifico duetto con la sorella Janet: dopo il successo della sua celebre camminata all’indietro, il “Moonwalk”, nel 1988 Michael venne chiamato da Jerry Kramer a interpretare il film “Moonwalker”, che vide anche una versione teatrale. Il messaggio del film era uno slogan contro la droga in generale e contro lo sfruttamento dei bambini-spacciatori in particolare. Jackson, che impersonava se stesso, doveva proteggere tre suoi piccoli fan-amici (interpretati da Kellie Parker nella parte di Katie; Sean Lennon, figlio dell’ex-Beatle John, in quella di Sean e Brandon Adams nella parte di Zeke) da Mr. Big, un perfido e malvagio spacciatore (il grande Joe Pesci) e dal suo esercito stile nazisti-incattiviti. Il lungometraggio era particolare perché al suo interno si saltava dalle scene con gli attori a video-clip veri e propri a spezzoni di concerti della star. Nonostante l’argomento socialmente impegnativo (la diffusione della droga nel mondo e soprattutto nel mondo dei bambini), il film presentava momenti di grande comicità: per esempio il rifacimento “formato bambino” del mitico video di “Bad”, dove Michael era interpretato dal piccolo Zeke-Brandon Adams. Il film aveva anche alti momenti di coreografia e scenografia come in “Smooth criminal”, dove l’ambientazione anni ‘30-gangster è rimasta nella storia della musica. All’interno del lungometraggio si potevano vedere continui cambi di tecniche cinematografiche: Jackson che ballava con un coniglio-pupazzo sullo sfondo di una sorta di canyon alla “Willy il Coyote”, scenografie reali di strade tipo Londra nel periodo di “Dottor Jekyll & Mr. Hide” dove ombre inquietanti (che simboleggiavano il Male) prendevano forma nello squadrone di Mr.Big. La lotta tra il Bene (Michael) e il Male (Mr.Big-Joe Pesci) aveva poi la sua apoteosi quando la star si trasformava in un’astronave-androide e sconfiggeva il nemico ristabilendo così la serenità e la pace nel mondo.
Ora il “Peter Pan” della musica black si è fermato per sempre. Avremmo però voluto rivederlo tornare a calcare le scene, magari regalandoci ancora qualche perla fantastica. Addio Michael!
26/05/2009, Davide Longoni