Gordiano Lupi (Piombino, 1960) ha tradotto i romanzi del cubano Alejandro Torreguitart Ruiz. I suoi lavori più recenti sono: “Cuba Magica – conversazioni con un santèro” (Mursia, 2003), “Un’isola a passo di son – viaggio nel mondo della musica cubana” (Bastogi, 2004), “Orrori tropicali – storie di vudu, santeria e palo mayombe” (Il Foglio, 2006), “Almeno il pane Fidel – Cuba quotidiana” (Stampa Alternativa, 2006), “Avana Killing” (Sered, 2008), “Mi Cuba” (Mediane, 2008). Da anni si occupa della versione italiana del blog “Generaciòn Y” della scrittrice cubana Yoani Sànchez e ha curato il suo primo libro “Cuba libre” (Rizzoli, 2009).
UNA TERRIBILE EREDITA’
Torna con un altro avvincente romanzo horror ambientato a Cuba l’amico Gordiano Lupi: è uscito in questi giorni un libro che assolutamente non può mancare nella vostra biblioteca del fantastico. Si intitola “Una terribile eredità” (128 pagine; 12,00 euro) ed è stato pubblicato dal Gruppo Perdisa Editore nella collana “Walkie Talkie” diretta da Luigi Bernardi.
Giusto per solleticarvi, eccovi in breve la trama. Un soldato cubano in Angola vive un incubo di cinque anni che lo porterà a conoscere orrore su orrore, fino all’esperienza indicibile del cannibalismo. Da reduce, quel ricordo diventerà per lui insopportabile, un peso destinato a trasformarsi in brama di carne. Metodico come il più inumano degli assassini, sceglierà allora le strade povere dell’Avana per dare la caccia alle sue vittime innocenti.
Creando un affascinante connubio di horror e reportage, Gordiano Lupi torna a Cuba per raccontare una parabola che afferra allo stomaco, una storia cupa sull’ossessione del male e, insieme, un viaggio impietoso in una terra che resta ancora da scoprire.
L’esplorazione della cultura di un popolo s’intreccia alle trame spietate di una guerra condotta in modo barbaro fino all’inverosimile. Il punto di partenza è infatti l’Angola, dove i soldati cubani sono costretti a vivere un tormento assurdo e privo di logica, nel cuore di un’Africa selvaggia, tra mangiatori di scimmie, ritualità macabre e violenza efferata. A vivere l’incubo è un cittadino comune, con una moglie incinta che lo attende all’Avana e, come sorte, un percorso senza ritorno nella follia.
Asciutto, teso e lucido, il romanzo procede con ritmo inflessibile per concentrarsi sul ritorno a casa del reduce, dove la spersonalizzazione operata dalla guerra e dalle crudeltà di un regime segneranno le ultime tappe del suo destino. Rimasto vedovo, l’uomo si ciberà di innocenza, paradossalmente senza smettere la propria sensibilità, l’amore per il figlio, né il senso di colpa. Così la storia si fa emblematica, disegnando scenari in cui il macabro s’allea con la realtà, la pena con la follia, l’amore con la morte.
Da uno tra maggiori conoscitori italiani della cultura cubana, “Una terribile eredità” è un romanzo che senza dare un attimo di tregua evoca gli interrogativi più inquietanti sulla natura umana.
19/09/2009, Davide Longoni