Non tutti sanno che “G.I. Joe” è innanzitutto un personaggio dei cartoni animati e dei fumetti americano, di cui la Hasbro, nota ditta di giocattoli, realizzò negli anni Sessanta una linea di “action-figure”. I pupazzi ebbero un tale successo commerciale che furono di ispirazione per una serie di giochi dello stesso genere, fra cui il più famoso Big Jim.
“G.I. Joe” fu creato inizialmente da David Breger come protagonista di una striscia a fumetti destinata alle riviste dell’esercito americano durante la Seconda Guerra Mondiale. La sigla “G.I.” non sta come si crede per “government issue”, ma significa “galvanized iron”, ossia “acciaio galvanizzato”, espressione che nel gergo militare statunitense si riferisce a un soldato di fanteria. Il fumetto debuttò il 17 giugno 1942 nelle riviste “Yank” e “Stars and Stripes”. Nel 1945, la United Artists realizzò un anche un film intitolato “The story of G.I. Joe”.
Il personaggio quindi ai suoi albori non era altro che un eroe militare ed è proprio in questi panni che lo ritroviamo anche come “action figure”: nel 1964, in seguito al grande successo della bambola Barbie, destinata a un pubblico femminile, la Hasbro realizzò il primo bambolotto per maschietti di “G.I. Joe”. Poiché il giocattolo era concepito per un pubblico maschile, la Hasbro preferì evitare il termine “doll” (ovvero “bambola”), coniando così il neologismo “action figure”, in seguito entrato nell’uso come denominazione standard della categoria di giocattoli costituita da modellini snodabili di personaggi d’azione.
I primi modelli di “G.I. Joe” avevano grosso modo le stesse proporzioni della Barbie (circa 30 cm di altezza). Dato il grande successo del giocattolo, la Hasbro produsse in seguito numerosi altri personaggi della stessa serie: prima (1965) un “G.I. Joe” di colore e poi (1966) altri personaggi corrispondenti ad altri corpi delle forze armate statunitensi.
Nel 1967 furono realizzati anche i primi pupazzi “parlanti” della serie e anche un personaggio di sesso femminile, una infermiera, che però non ebbe molto successo e sparì rapidamente dal mercato.
Nel 1970, in seguito alla Guerra nel Vietnam, la Hasbro decise di ridefinire il personaggio di “G.I. Joe” eliminando i riferimenti militari. La linea di giocattoli fu ribattezzata “Le avventure di G.I. Joe” e Joe divenne così il capo di una squadra di “super-spie” chiamata “Adventure Team”. Sempre nel 1970 i pupazzi di Joe acquisirono la barba, una innovazione che fu ispirata dalla variante britannica del personaggio, “Action Man”.
Nel 1974 la Hasbro modificò ancora i pupazzi realizzando le mani con una plastica morbida che consentiva di piegare le dita del pupazzo per fargli reggere oggetti.
L’anno successivo, dopo aver fallito nel tentativo di acquistare i diritti per produrre i giocattoli associati alla serie televisiva “L’uomo da sei milioni di dollari”, la Hasbro introdusse nella linea “G.I. Joe” un nuovo personaggio, una sorta di guerriero bionico chiamato “Mike Power, Atomic Man”, che ebbe un grande successo commerciale. Dello stesso periodo è anche “Bulletman”, un supereroe. Entrambi questi personaggi erano piuttosto distanti dallo stile originale della serie originale e una promiscuità di stili ancora maggiore fu introdotta dai personaggi della serie “The Intruders” nel 1976, una banda di alieni nemici della “Adventure Team”.
Dal punto di vista tecnico alla metà degli anni Settanta fu anche introdotto uno speciale meccanismo a leva che consentiva ai pupazzi della serie di muovere gli occhi.
Nel 1978, in seguito alla crisi del petrolio e al conseguente aumento di prezzi delle materie plastiche, la Hasbro tentò prima di ridurre le dimensioni dei pupazzi e infine decise di abbandonare la produzione, limitando i propri incassi per la linea “G.I. Joe” agli introiti derivanti dalle licenze concesse all’estero. La produzione riprese solo nel 1982, con una nuova serie in scala ridotta, sul modello delle action figure di “Guerre stellari”. Questa collezione prese il nome di “Real American Hero” (o “RAH”) e il suo lancio commerciale fu accompagnato da una mini-serie di cartoni animati per la televisione e da una serie di fumetti prodotti dalla Marvel, che ottennero un grande successo. Le storie erano scritte da Larry Hama, che sviluppò in modo estremamente accurato i personaggi. Le dimensioni ridotte dei nuovi personaggi consentirono alla Hasbro di creare anche una grande varietà di prodotti correlati, come veicoli e scenari. L’insieme dei personaggi si sviluppò rapidamente: furono introdotti in particolare il terrorista “Cobra Commander”, il trafficante d’armi scozzese “Destro” e il camaleontico maestro dei travestimenti “Tartan” con la sua gang di hell’s angels australiani, i “Dreadnoks”.
La grande popolarità di “G.I. Joe” per tutti gli anni Ottanta portò anche alla creazione di gadget di natura diversa, come poster, magliette, videogame, giochi da tavolo, acquiloni e nuovi lungometraggi e serie televisive animati. Nel 1985, in particolare, diverse riviste acclamarono la serie di “G.I. Joe” come linea di giocattoli di maggior successo commerciale negli Stati Uniti. Nel 1986 addirittura, il celebre wrestler Sgt. Slaughter (all’anagrafe Robert Remus) divenne testimonial della serie, seguito a breve dal giocatore di football americano William Perry.
Tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio degli anni Novanta furono sviluppate una serie di nuove linee di prodotto all’interno del filone “G.I. Joe”, unendo temi fantascientifici e politici di varia natura. Le linee “Battle Force 2000” e “Star Brigade”, per esempio, riprendevano il filone futuristico-spaziale di alcune serie precedenti; gli “Ecowarriors” rappresentavano le istanze ecologiste che iniziavano a emergere in quel periodo; la “Drug Elimination Force” combatteva il narcotraffico; e infine i “Dino-hunters” furono la risposta di Hasbro al fenomeno “Jurassic Park”.
Nel 1994 la linea di prodotti in scala ridotta fu sospesa e la Hasbro (per celebrare il trentennale della linea “G.I. Joe”) tornò per qualche tempo alle figure nella scala originale del 1964. A questa linea, che viene ora chiama “G.I. Joe Classic Collection”, si aggiunse nel 1996 una nuova linea chiamata invece “G.I. Joe Estreme”, realizzata da Kenner, una casa produttrice di giocattoli ex-competitor di Hasbro e poi acquisita da quest’ultima: anche su questa seria fu basata una serie di fumetti, pubblicata invece dalla Dark Horse.
Nel 1997 un nuovo personaggio femminile (il secondo dopo l’infermiera del ‘67), il pilota di elicotteri “G.I. Jane”, fu introdotto nella serie “Classic”.
Arriviamo così agli anni 2000, quando sono stati prodotti o distribuiti da Hasbro una grande quantità di nuovi prodotti. Tutte le edizioni classiche sono state ridistribuite, in varie riprese, per festeggiare l’anniversario delle diverse serie originali; sono stati sviluppati nuovi personaggi nella scala originale (per esempio un nativo americano Navajo) e in quella ridotta. Contemporaneamente è proseguita la produzione di altro materiale esterno come fumetti (creati da Devil’s Due), serie animate (con il film per il mercato dell’home-video “G.I. Joe: Valor vs. Venom” e la serie di “Sigma 6”), giochi (per esempio un gioco di card collezionabili) e molto altro ancora.
Nel 2007, per festeggiare l’anniversario dei 25 anni dei “G.I. Joe – Real American Hero”, è iniziata la produzione di molti “waves” del 25° Anniversario con uno svariato numero di “action-figure” completamente nuove.
In pratica sono il rifacimento di versioni classiche dei primi anni Ottanta di personaggi come la “first shirt” Duke, comandante di terra dei “G.I. Joe”; il ninja-commando muto Snake Eyes con il lupo grigio Timber; Lady Jaye, sensuale agente sotto copertura, e suo marito Flint; il ninja bianco Storm Shadow; il maestro dei travestimenti Zartan, sempre a capo della gang di motociclisti “Dreadnoks”, affiliata ai Cobra; il pilota di caccia Ace; Cobra Commander, il pericoloso capo dell’associazione terroristica “COBRA”; Destro, il mercante d’armi scozzese; Beachhead, il ranger; Roadblock, il mitragliere e cuoco di colore; Wild Bill, il folle cow-boy pilota di elicotteri; la bella rossa Scarlett; l’indiano Spirit; il S.E.A.L. Torpedo; l’esperto di armi laser Flash; il soldato per le operazioni invernali Snow Job; il Generale dei “G.I. Joe” Hawk; i gemelli della Corsica Tomax e Xamot; l’esperto in comunicazioni Breaker; il marine Gung Ho; l’Imperatore dei COBRA Serpentor, mostruoso incrocio dei D.N.A. di illustri re e condottieri del passato; Firefly, il sabotatore COBRA; la sexy terrorista europea chiamata la Baronessa; il mitragliere e surfista biondo Rock’n’Roll; i “Dreadnoks” Buzzer, Torch e Ripper; il medico Doc; il mercenario poeta Maggiore Bludd e tanti altri, nati soprattutto sulle pagine delle varie edizioni dei comics e nelle misura, presso i ferramenta o nei negozi di idraulica!
Inoltre, sempre negli ultimi anni, sono stati prodotti i “Comic packs” del 25°, con due figure e la ristampa di un fumetto classico e i veicoli classici rifatti, ricolorati e con tanti dettagli in più rispetto a come erano nei primi anni Ottanta: la moto R.A.M. e il Troble Bubbole, il carro Cobra H.I.S.S., il veicolo volante di Serpentor, l’Air Chariot, e l’Armadillo, infine la jeep V.A.M.P. In ultimo sono in vendita anche i “Battle packs”, sempre con figure del 25°, ma stavolta con un DVD di un cartoon classico sempre degli anni Ottanta.
Ma veniamo ora alla trama dell’universo “G.I. Joe” di nuova generazione, escludendo quindi gli esordi militari degli anni Sessanta/Settanta.
Le storie sono state scritte prima dalla Marvel dagli anni Ottanta fino a metà dei Novanta, poi dalla Dark Horse e infine dalla Devil’s Due dal 2001; le storie “più vecchie” non sono state smentite da quelle “attuali”, che le seguono e le completano. La saga dei “G.I. Joe” ha molte caratteristiche dell’immaginario collettivo statunitense: l’estremo patriottismo (che arriva a sconfinare a volte nel vero e proprio sciovinismo), la tendenza al manicheismo e all’assolutismo morale, la diffidenza nei confronti delle Nazioni Unite (che nella serie arrivano addirittura a “riconoscere” ai Cobra lo status di nazione sovrana), l’uso della violenza come unico mezzo di soluzione dei problemi (anche se, in un caso di vera e propria sospensione dell’incredulità, non uno dei “G.I. Joe” o dei loro nemici viene mai ucciso in tutta la serie animata; diverse morti invece si registravano nei fumetti, quando la Hasbro decideva di sospendere la produzione di un pupazzetto lo sceneggiatore Larry Hama veniva “autorizzato” a uccidere il personaggio). Come già abbiamo detto “G.I.” sta per “Galvanized Iron”, dicitura che si ritrova su molti articoli di vestiario ed equipaggiamento dell’esercito Usa, passata quindi nel gergo militare a indicare un soldato di fanteria, anch’esso in definitiva “fornitura governativa”. Negli anni del Vietnam, la Casa Bianca decide di autorizzare un plotone di soldati specializzati, che viene affidato al tenente Joseph B. Colton, il quale prende il nome in codice “G.I. Joe”. All’inizio degli anni Ottanta, nel 1982 precisamente, il Pentagono decide di raccogliere un gruppo di soldati scelti per costituire una forza d’intervento antiterrorismo: il suo nome è “Special Counterterrorist Group Delta Codename G.I. JOE”, dal nome in codice di Colton (ma questo lo sapremo molto dopo), che intanto ha fatto carriera. La base segretissima del team, il “PIT”, ovvero la “Fossa”, si trova sottoterra in una base militare sperduta e anonima, Fort Wadsworth, e precisamente sotto l’edificio della scuola per assistenti cappellani e l’accesso segreto è coperto dal Motor Pool, l’officina. I Cobra invece inizialmente hanno come base segreta una cittadina apparentemente amena e tranquilla, chiamata Springfield, nel Vermont.
I “G.I. Joe” sono un gruppo eterogeneo di soldati, sulla falsariga della Delta Force, con molte abilità, ma vengono scelti in base alle due o tre in cui raggiungono l’eccellenza; questi specialisti vengono richiesti in missioni variegate che vanno dallo spionaggio ai lavori sotto copertura, dal sabotaggio a operazioni al limite umano in deserti, nelle jungle, ai poli Nord e Sud, dall’uso di mezzi avveniristici (i veicoli, il pezzo forte della linea di giocattoli HASBRO: dal 1982 il loro numero è immenso!) sia terrestri (M.O.B.A.T., V.A.M.P., R.A.M., A.W.E. Striker, Mauler M.B.T., etc.) sia navali, come la portaerei U.S.S. Flagg (il giocattolo o “playset” più grande mai prodotto) e lo splendido hoovercraft Killer W.H.A.L.E., che spaziali, come il Defiant Space Shuttle Complex; dai velivoli d’attacco (Skystriker, Dragonfly, Conques X-30, etc.) a quelli da trasporto (A.P.C., Warthog, etc.).
I Cobra istallano gli immensi “Terror Drome” (la base-gioco più grande dei Cobra) per il mondo e i loro micidiali veicoli sono forniti dalla M.A.R.S., l’industria bellica di Destro.
Il numero dei membri effettivi e operativi varia a seconda dei nuovi acquisti, dei ritiri, e ovviamente delle perdite. La squadra si occupa di qualsiasi minaccia alla sicurezza americana e mondiale, ma presto emerge un’organizzazione terroristica su tutte, quella appunto dei Cobra, che diventerà la sua nemesi per sempre. Cobra usa inizialmente i classici metodi da terrorismo e guerriglia, ma con il passare del tempo i sistemi vengono raffinati, come l’uso del crimine organizzato, la costruzione o l’occupazione sistematica di piccole comunità di provincia e paesi del terzo mondo instabili che ruotano intorno a loro e alla figura del suo Comandante Cobra (sottile ma previdente anticipo dell’uso mediatico della propaganda oggi da parte degli estremisti islamici), la copertura tramite affari legali o presunti tali o addirittura la costruzione di un’isola (il Comandante Cobra riesce a ingannare i “G.I. Joe” inducendoli a bombardare con bombe H una faglia sottomarina col pretesto di un pericolo inesistente; l’esplosione porterà la crosta a sollevarsi e creerà un’isola nel Golfo del Messico che i Cobra occuperanno per ottenere il riconoscimento di stato sovrano; quando l’ONU vota l’approvazione, i Cobra ottengono una base allo scoperto intoccabile). Come i “G.I. Joe”, anche i Cobra hanno una serie di specialisti reclutati un po’ ovunque, ma il loro numero è molto ridotto rispetto ai loro nemici; la forza di Cobra sta proprio nel numero dei suoi adepti e nella loro specializzazione: ci sono soldati specializzati in compiti di guardia, infiltrazione, spionaggio, sabotaggio e così via (a differenza dei “G.I. Joe”, le specializzazioni sono molte meno e gli specializzandi molti di più); inoltre, molti termini delle strutture e del personale hanno nomi di serpenti.
La gerarchia dei Cobra è la seguente: al vertice della piramide c’è il mostruoso Imperatore Serpentor, esperimento “riuscito” di Minbender e Destro, ucciso già due volte dalla fazione di Cobra Commander in faide interne, le due “Guerre Civili COBRA”, (ma ci sono ancora chissà quanti suoi cloni in giro, come il generale Rey, ora membro invece dei “ G.I. Joe”); poi c’è il Comandante Cobra, un po’ megalomane, un po’ genio del male alla 007, un po’ stereotipo di certi villain che andavano di moda alla Marvel a quei tempi; sotto c’è il suo stato maggiore, la terrorista e attivista europea Baronessa, il mercante d’armi scozzese Destro (o Destro 24°), i gemelli corsi Tomax e Xamot, presidenti delle Extensive Enterprises, il mercenario poeta Maggiore Sebastian Bludd, lo scienziato Dr. Venom (poi ucciso e sostituito dal più duraturo Dr. Mindbender, morto però alla fine anche lui), Firefly, Cesspool, Copperhead, Wild Weasel, Scrap Iron, Interrogator, Crystal Ball e molti altri che cambiano nel tempo; ci sono infine specialisti mercenari interpellati per operazioni impossibili a un Cobra qualunque. Per 12 anni, “G.I. Joe” e Cobra si danno battaglia senza esclusione di colpi, fino al 1994, quando i Cobra sono quasi completamente sconfitti, (ma i pezzi grossi sono liberi e in giro) e i “G.I. Joe” vengono rimandati a casa da manovre politico-militari. In questo periodo molti tornano alla vita civile, qualcuno resta in servizio, qualcun altro cambia carriera; alcune delle loro storie saranno narrate in seguito. Fino a qui le avventure dei “G.I. Joe” escono tra le produzioni Marvel; quando il mercato del fumetto cambia, serie invecchiate o poco seguite vengono chiuse, ma parecchi fan ricordano e conservano l’attenzione della comunità degli appassionati con fan fiction e siti web. Questo sforzo di preservazione dall’oblio si dirige soprattutto su serie come “G.I. Joe”, “Transformers” e “Masters of the Universe”: proprio loro saranno i prescelti per quel revival degli Ottanta che riporterà all’attenzione della nuova generazione i cult del decennio 1980-1990.
Nel 2001, l’intelligence subodora qualcosa nelle attività sporche in tutto il mondo, ma il salto sulla sedia lo fa quando il Comandante Cobra riappare in Florida; di fronte a questa prova, il gruppo Delta è riattivato e i suoi membri richiamati, in più vengono arruolati qualche centinaio di reclute provenienti da esercito, marina e aviazione oltre a nuovi specialisti giovani, di cui i veterani saranno comandanti sul campo. La missione è sempre quella, ma cambiano i metodi e la posta in gioco, ora più alta che mai. Appaiono anche nuovi personaggi legati alle rispettive “action figure”, mentre la tensione sale rapidamente, grazie allo sfruttamento illegale di nuove tecnologie come l’ingegneria genetica e la bionica. Ma non è tutto: a complicare le cose si inseriscono due nuove fazioni: prima il gruppo noto come i “Jugglers”, una cerchia ristretta di alti ufficiali delle forze armate che fanno il bello e il cattivo tempo sulle decisioni. Le loro azioni sono dettate da motivi politico-economici e hanno come fine ultimo il potere, puro e semplice. Poi le “Ombre Rosse”, un variegato mucchio di ex soldati e agenti segreti con molti infiltrati e relazioni nei governi occidentali. Tutti hanno maturato una sfiducia totale nei diversi sistemi di governo nel mondo e considerano tali anche i Cobra. Successivamente, attaccano anche i “G.I. Joe”, colpevoli per loro di aver esagerato nel combattere Cobra ricorrendo in una occasione a un’arma nucleare. La serie si chiude dopo 42 numeri con la nuova chiusura della squadra, per poi cominciare una nuova serie regolare, “G.I. Joe America’s Elite”, attualmente in corso di pubblicazione: il nuovo filone vede una scelta ridottissima di agenti sul campo, occasionalmente affiancato da specialisti riservisti in caso di bisogno o non disponibilità della formazione titolare. Al numero 34 di “America’s Elite”, il “roster”, ovvero la squadra base, è sostanzialmente aumentata di numero.
Durante l’epoca Marvel per lanciare la vendita delle “action figure”, la Hasbro commissionò sia la serie a fumetti alla Casa delle Idee sia una serie di cartoni animati da realizzare in Giappone, ma con sceneggiature sempre della Marvel: l’espediente aveva funzionato benissimo poco tempo prima con un’altra creatura Hasbro, i “Transformers”. I robot alieni e le forze speciali americane sono rispettivamente la prima e la seconda coproduzione di cartoni USA/Giappone, peraltro non il massimo che si potesse ottenere, a causa delle differenze di idee su storie e cartoni nei due paesi; il migliore fra tutti sarà il terzo tentativo, “Jem”, storia di una cantante e del suo complesso, ultima coproduzione per molto tempo. Le cose andarono meglio nei fumetti, affidati allo sceneggiatore Larry Hama, già allora molto noto: la serie andò avanti infatti dal 1982 al 1994, per la bellezza di 155 numeri più una serie di albi speciali, denominata appunto “Special Missions” oltre al crossover “G.I. Joe vs Transformers”, una miniserie di 4 numeri.
Pur non essendo apertamente violenta, il taglio è leggermente più adulto nei testi (il disegno è ancora quello tradizionale, forse per non impressionare i giovani lettori), ma alcuni episodi si distinguono per la rappresentazione dura e crudele della guerra: in effetti la serie ha attraversato tutta la fase finale della Guerra Fredda, l’inizio del disgelo tra i due blocchi, e spesso ha parlato della grande spina nel fianco degli Stati Uniti, il Vietnam! Era l’epoca di Rambo e Rocky, degli eroi duri e puri e, nonostante questo, il ritratto sincero e disilluso di alcuni dei personaggi (scelti con cura tra buoni e cattivi) si fa sentire discretamente, costituendo un’alternativa migliore ai filmetti d’azione di serie A o serie B prodotti praticamente in serie a Hollywood. Essendo incentrato su una squadra, molta importanza va all’azione di gruppo, senza però trascurare i singoli: praticamente tutti hanno modo di farsi notare in alcuni episodi e alcuni personaggi conducono azioni solitarie con o senza il beneplacito dei loro capi.
La Devil’s Due invece è nata, come la consorella Dreamwave, da una costola della Image, nuova casa di produzione di recente apparizione. Il nuovo millennio ha visto il fumetto americano confrontarsi con l’invasione dei manga dal Sol Levante e le sue influenze affascinano nuovi talenti emergenti: la Image raggruppa e mette al lavoro un buon numero di questi genietti e tende le orecchie al mercato. La voglia di tornare alle origini nei comics, in TV e al cinema non passa inosservata e la Image acquisisce ben tre marchi legati al passato glorioso dei giocattoli: i “Masters of the Universe” della Mattel (in procinto di sfornare nuove “action figure” in stile manga) che pubblicherà essa stessa e le due galline dalle uova d’oro della Hasbro, “G.I. Joe” e “Transformers”. I “G.I. Joe” sono anch’essi sul punto di rinnovarsi, pur senza dimenticare i vecchi pezzi di cui escono versioni commemorative, mentre diverso è il discorso per i “Transformers”, che non sono mai passati di moda e si sono rinnovati continuamente nel corso degli anni Novanta con le linee “Beast Wars” e “Beast Machines”, ma adesso premono per tornare alle origini con la nuova collezione “Transformers Armada” (rilasciando anche serie commemorative di personaggi carismatici legati a “Generation 1”). La Image dà quindi vita a due case figlie: la Devil’s Due che prenderà in consegna i soldati, e la Dreamwave a cui spetteranno i robot alieni. Lo stile perde inizialmente il tono scanzonato per concentrarsi sul nuovo modo di fare la guerra e sul complesso rapporto che lega forze armate, politica, multinazionali e media: i “G.I. Joe” devono così sempre più spesso difendersi dai loro capi che tramano contro di loro e perdono compagni come mai prima; tra le vittime anche membri illustri presenti fin quasi dalla fondazione dell’unità, fino al drammatrico finale della serie regolare accompagnato dalle premesse per il suo seguito. La nuova serie regolare “G.I. Joe” dura 42 numeri, poi viene cambiata dopo un mese in “G.I. Joe: America’s Elite”: durante i 4 anni di pubblicazione escono anche molte miniserie ed episodi singoli in una collana apposita, “G.I. Joe: Frontline” (curiosità: la prima mini di 4 numeri ha lo stile di disegno e l’ambientazione dell’ultimo periodo Marvel e getta le basi per alcune storie che saranno scritte in questo periodo). In più la Devil’s Due pubblica le mini “Declassified”, dedicate alle origini dell’unità dei “G.I. Joe”, della gang motociclista “Dreadnoks”, della rossa Scarlett e soprattutto del suo ragazzo, il ninja Snake Eyes, il personaggio più carismatico e misterioso dei fumetti dopo Wolverine! A lui e alla sua controparte Storm Shadow sono dedicati i volumi 1 e 2 di “Maestro e Apprendista”, che riempiono le lacune tra il 1994 e il 2001 (Snake Eyes) e l’anno tra la chiusura e la riapertura dei “G.I. Joe” dopo l’attacco delle “Ombre Rosse”; viene sponsorizzato un manga pubblicato in America, “Arashikage Showdown”, dai contenuti e dallo stile (è in bianco e nero) decisamente orientale; infine la Devil’s Due trova il tempo di pubblicare “G.I. Joe Reloaded”, una sorta di versione Ultimate sul modello del nuovo filone cominciato dalla Marvel nel 2000. Intanto la Devil’s Due viene riassorbita nella Image, mentre la Dreamwave si rende indipendente: le due branche trovano comunque il tempo di accordarsi sulla pubblicazione di un crossover tra i “G.I. Joe” e i “Transformers”. Invece di scegliere chi delle due lo pubblicherà, decidono per due storie indipendenti: la Devil’s Due crea “G.I. Joe vs Transformers”, mentre la Dreamwave scrive “Transformers vs G.I. Joe”, entrambe di 6 numeri. Il buon successo di vendite porta a pubblicare due seguiti anch’essi indipendenti, ma la bancarotta della Dreamwave interrompe “Transformers vs G.I. Joe volume 2: Fronte Diviso” al 1° numero; la Image invece continua “G.I. Joe vs Transformers volume 2” per tutti e quattro i numeri, senza fermarsi. In seguito usciranno “G.I. Joe vs Transformers volume 3: l’Arte della Guerra” (in 5 numeri) e “G.I. Joe vs Transformers volume 4: Orizzonte Oscuro” (due soli numeri, ma in formato extra da 48 pagine! In pratica ancora quattro numeri). Un discorso a parte poi sono “G.I. Joe – Battle Files” (3 numeri) e “G.I. Joe America’s Elite – Data Desk Handbook” (numero unico): si tratta di enciclopedie sui personaggi, le armi e i veicoli, sia dei G.I. Joe che dei Cobra, con profili aggiornati ma rispettosi del passato Marvel e perfino un elenco dei M.I.A., cioè i “Missing In Action” (i cosiddetti “Dispersi In Azione”) e dei morti più illustri. Entrambi sono stati pubblicati mentre le due collane madri erano nel pieno della pubblicazione. Non scordiamo poi “G.I. Joe America’s Elite – Caccia al Comandante Cobra”, un episodio incentrato su Spirit e i retroscena dell’anno di buio della squadra. Ogni tanto esce anche un “G.I. Joe America’s Elite Special Missions”, in cui l’unità ristretta è sostituita o affiancata da riservisti dei “G.I. Joe” reclutati per l’occasione: fino al 2008 sono usciti cinque numeri ambientati a Manhattan, Tokyo, Antartide, Brasile e un’altra intitolata “The Enemy”, ognuno seguito da una storia breve su altri personaggi di “G.I. Joe” e Cobra e dai profili dei protagonisti di entrambe (presenti anche su “Data Desk Handbook”).
La Devil’s Due ha poi pubblicato una miniserie di 7 numeri dedicata a Storm Shadow.
Per quanto riguarda “America’s Elite” la conclusione è stata una storia chiamata “World War III” (una miniserie di 12 numeri) che si è conclusa col numero 36 insieme alla collana.
In questo ultimo arco narrativo Cobra Commander è riuscito a prendere il comando di tutti i siti nucleari degli U.S.A. e di altre nazioni. L’intero pianeta sotto minaccia, non riesce a opporsi e anche i “G.I. Joe”, pochi e male organizzati, cercano di reagire come possono.
Il generale Colton (nome in codice G.I. JOE) e il generale Abernathy (nome in codice Hawk) chiamano a raccolta tutti i riservisti e agenti dei “G.I. Joe” (intorno ai 200 in tutto) per cercare di avviare movimenti di insurrezione popolare contro i regimi dei Cobra. Molte sottotrame vengono concluse, come quella relativa al figlio di Cobra Commander, Billy.
Poi la Devil’s Due ha perso i diritti per la pubblicazione dei fumetti relativi ai “G.I. Joe” e ora si attendono nuovi sviluppi sul versante fumettistico, mentre nel frattempo è uscito di recente il film con attori in carne e ossa che torna alle origini: “G.I. Joe – La nascita dei Cobra”, che dovrebbe essere il primo di una trilogia
Insomma, la squadra speciale più famosa d’America ha ancora molto da dire!
16/01/2010, Davide Longoni