Abita al numero 7 di Craven Road a Londra, guida un maggiolino targato DYD 666 ed è aiutato dal “sosia” di Groucho Marx (ma potrebbe anche essere quello vero): avete capito tutti di chi si tratta? Penso proprio di sì… stiamo parlando di Dylan Dog, l’indagatore dell’incubo.
Affacciatosi prepotentemente sulla scena del fumetto italiano ormai vent’anni fa, edito da Sergio Bonelli (quello di Tex Willer, per intenderci), Dylan Dog è diventato in brevissimo tempo un successo di critica e di pubblico e in poco più di tre anni divenne un fenomeno di massa tale che tutti allora ne parlavano e non c’era nessuno che non lo conoscesse. E la sua fama è continuata imperitura per tutti questi anni.
Dietro le sue gesta si “nasconde” la mente geniale di Tiziano Sclavi, giornalista, scrittore e sceneggiatore, attualmente un po’ in pensione ma recentemente tornato anche lui ad occuparsi ancora del suo “figlioccio” con qualche sporadica storia, mentre nel frattempo ha pubblicato l’ennesimo romanzo.
Ai tempi de LA ZONA MORTA in versione cartacea riuscimmo ad incontrare sia Sergio Bonelli sia Tiziano Sclavi, in merito alla nascita e alla fortuna di Dylan Dog. Ecco di seguito cosa ci raccontarono.
LA ZONA MORTA: Qual è il segreto del successo di Dylan Dog?
SERGIO BONELLI: Il segreto del suo successo sta, a parer mio, nel fatto che unisce orrore e ironia, due generi che oggi vanno per la maggiore. Ecco perché ha incontrato il favore del pubblico.
LA ZONA MORTA: Perché dunque è nato Dylan Dog?
SERGIO BONELLI: Per incontrare le esigenze del pubblico, visto che i segnali del mercato mi danno ormai per spacciato l’western.
C’è da dire che nonostante quest’ultima affermazione di Bonelli, il suo genere preferito ha continuato e continua a vendere bene, mentre un altro personaggio, le cui gesta sono ambientate nel Selvaggio West, ha fatto capolino nel frattempo nelle edicole sotto la sua bandiera riscuotendo un discreto successo di pubblico: ci stiamo riferendo a Magico Vento, del quale promettiamo di occuparci prossimamente.
Ma torniamo a Dylan Dog e alle dichiarazioni stavolta del suo autore.
Introverso, di poche parole, non ama le fotografie e le interviste: Tiziano Sclavi, l’ideatore dell’indagatore dell’incubo, rispose comunque anche lui allora ad un paio di domande.
LA ZONA MORTA: A cosa si ispirano le storie di Dylan Dog?
TIZIANO SCLAVI: Un po’ a tutto: alla vita, ai romanzi, ai film…
LA ZONA MORTA: Come è nata la figura di Groucho Marx?
TIZIANO SCLAVI: Mi piaceva Groucho Marx.
E proprio al fido aiutante, sempre pronto a lanciare la pistola al nostro eroe nel momento del bisogno, è stato affidato il compito di far ridere la gente, anche nei momenti di maggior tensione e suspance.
Altri amici di Dylan sono: l’ispettore Bloch di Scotland Yard e l’eccentrico professor Wells, solo per citarne alcuni tra i primi apparsi fin all’inizio.
I maggiori nemici, oltre a mostri di ogni genere naturalmente, sono: il professor, nonché padre del Nostro, Xabaras e il professor Hicks… giusto per citarne qualcuno.
E poi donne, donne, donne…
Oltre a Sclavi, altri nomi si sono cimentati nel ruolo di sceneggiatori: Ferrandino, Mignacco, Castelli, Toninelli, Chiaverotti, il trio Medda, Serra e Vigna (ideatori poi di un altro personaggio di grande successo della scuderia Bonelli, del quale parleremo quanto prima: Nathan Never), Ruju, Barbato, Masiero, De Nardo, Faraci e molti altri ancora.
Fra i disegnatori, oltre a Claudio Villa che ha disegnato le prime copertine e Stano, autore di quelle attuali, ricordiamo: Trigo, Montanari & Grassani, Roi, Casertano, Ambrosiani, Bigliardo, Cossu, Brindisi e una miriade di altri artisti.
Ma vediamo ora di scoprire un po’ chi è Dylan Dog. Il nome deriva da Dylan Thomas e dal titolo di un romanzo di Spillane, “Dog, figlio di”. Il suo viso assomiglia a quello dell’attore Rupert Everett. Indossa sempre jeans, una camicia solitamente rossa, una giacca nera e le Clarks. La sua tariffa è di 100 sterline al giorno (all’inizio era di 50), più le spese. I suoi unici hobby sono: suonare il clarinetto (sempre e solo “Il trillo del diavolo” di Tartini) e costruire un galeone di legno, che non riesce mai a terminare. E’ vegetariano, ama la pizza ed è astemio (dopo un passato da alcolista). Segni particolari: piace alle donne… e non ai mostri. Altezza: un metro e ottanta. Peso: circa settanta chili.
In vent’anni di onorata attività come “acchiappamostri” Dylan Dog ha affrontato di tutto: morti viventi, licantropi, vampiri, fantasmi, mostri di ogni genere, incubi, alieni, spettri, demoni, streghe, Jack lo squartatore, serial killer di tutti i tipi, poltergeist, streghe, Jekyll, fino ad arrivare ad avere a che fare con Satana in persona e con la Morte… e chi più ne ha, più ne metta!
Originariamente pubblicato sul numero 1 de LA ZONA MORTA, gennaio 1990
Corretto e ampliato per il sito LA ZONA MORTA, novembre 2006
26/02/2007, Davide Longoni