Oltre ad essere un’interessante meta turistica per i suggestivi paesaggi da visitare, il lago d’Iseo, altrimenti chiamato Sebino, è ricco anche di leggende che si tramandano fin dai tempi antichi.
Cominciamo con la Valle del Diavolo, conosciuta anche come la Valle del Freddo. Secondo un’antica leggenda il Diavolo avrebbe sfidato Dio sulla cima del monte Clemo, che sovrasta i laghi d’Endine e Iseo e dal quale si possono vedere la Valcamonica, il massiccio dell’Adamello, la Valle Cavallina e addirittura la zona della Franciacorta. La posta in gioco era il dominio delle anime che popolavano le vallate sottostanti e la sfida consisteva nel lanciare il più lontano possibile un enorme masso rossastro, di quelli che si trovano nei pascoli della montagna. Satana, che era lo sfidante, lanciò per primo e la sua pietra cadde su un colle della località Pratilunghi, situata proprio davanti alla Valle del Freddo, rompendosi in quattro pezzi. Dio a sua volta lanciò il suo masso che giunse addirittura al di là della valle, sui prati del Possimo (nella foto). Il Demonio, a questo punto, vedendosi sconfitto, per la collera batté con tanta forza il tallone sulla roccia che la montagna si spezzò, inghiottendolo nelle viscere dell’Inferno da cui era arrivato. Da quelle profondità Satana iniziò ad alitare un vento gelido, una sorta di respiro malefico, che ancor oggi si può sentire e che dà appunto il nome alla Valle del Freddo. In realtà le grosse pietre esistono davvero e sono diverse da quelle circostanti perché si tratta di giganteschi massi erratici portati dal ghiacciaio ai tempi dell’ultima glaciazione. Certo è che la Valle del Freddo presenta proprio questa particolarità e dal 1983 è diventata una Riserva Naturale Regionale, posta sotto tutela per preservare la preziosità di una particolare flora d’alta montagna che invece qua cresce in maniera inusuale ad un’altitudine molto più bassa.
Dai monti circostanti il lago, ci spostiamo proprio al centro del Sebino, dove si trova Montisola, la più grande isola lacustre d’Europa. Qui tutti si ricordano il giorno della Matta e molti ragazzini ancora ne sono terrorizzati. Si narra che il 14 luglio di ogni anno le acque del lago d’Iseo si tingano di un colore cupo e che una misteriosa strega, la Matta appunto, afferri per le gambe i bagnanti mentre nuotano in prossimità delle “ere” e li trascini nei fondali. Realtà o fantasia, fatto sta che molte e misteriose sono le morti per annegamento che succedono proprio il giorno della Matta e nessuno sull’isola sa darne una spiegazione… almeno razionale!
09/10/2007, Davide Longoni