William Hope Hodgson nacque il 15 novembre 1877 a Wethersfield, nell’Essex, in Gran Bretagna. Il padre era un pastore protestante e William era il secondo di dodici figli. Fin dalla tenera età si mostrò ribelle ed estroverso, andando spesso contro la bigotta atmosfera che si respirava in casa sua.
Così nel 1891 fuggì di casa e si arruolò nella Marina Mercantile Inglese, nella quale restò fino al 1899: in circa otto anni era riuscito, con enormi sacrifici, volontà di apprendere e caparbietà, a diventare ufficiale.
Di tutti i suoi viaggi intorno al mondo egli fece tesoro, apprendendo tanto dalla vita di mare quanto dagli usi e dai costumi delle varie popolazioni che ebbe modo di incontrare: tutto ciò gli fornì un ampio supporto per i suoi lavori letterari.
Qualche mese prima di congedarsi, William venne decorato al valore civile perché aveva ripescato un compagno in un tratto di acque infestate dagli squali: era anche coraggioso, oltretutto!
Nel 1901 all’improvviso iniziò a stancarsi della vita di mare e tornò in patria: si stabilì così a Blackburn, dove aprì una palestra per uno sport che allora iniziava a prendere piede, quello che oggi si chiama body building.
Tra il 1902 e il 1903 scrisse i suoi primi racconti: “The goddess of Kali” (pubblicato nel 1904) e “A tropical horror” (pubblicato l’anno dopo sul “The Grand Magazine”). Quindi si trasferì a Revidge, dopo aver chiuso al palestra, e si dedicò al giornalismo e all’attività di conferenziere.
Nel 1907 scrisse il primo libro che gli diede una certa fama: s’intitolava “The boats of the Glen Carrig”. Nei due anni seguenti pubblicò due dei suoi più acclamati capolavori: “The house on the borderland” (1908) e “The ghost pirates” (1909).
Riguardo a “The house on the borderland” (tradotto in Italia “La casa sull’abisso”), Lovecraft, che deve molto alla letteratura marina di Hodgson, la considerava la migliore delle sue opere. La storia era incentrata su una casa irlandese, solitaria e mal vista da tutti, che è il punto focale di terribili e spaventose forze provenienti da un altro mondo… e il protagonista si trova coinvolto, suo malgrado, in un’avventura al di là dello spazio e del tempo.
“The ghost pirates” (tradotto nel nostro paese “I pirati fantasma”) è invece il racconto dell’ultimo viaggio di una nave maledetta e stregata, attaccata da mostruosi esseri marini che la trascineranno verso un ignoto destino.
Nel 1913 William inventò Carnacki, una sorta di detective dell’occulto (come il Cummings King Monk di Matthew Phipps Shiel o il Dylan Dog fumettistico di Tiziano Sclavi), le cui avventure furono raccolte nell’antologia “Carnacki, the ghost-finder”.
L’anno seguente uscirono “Men of the deep waters” e il colossale “The night land” (pubblicato in Italia con il titolo “La terra dell’eterna notte”): in un futuro lontano milioni di anni, quando il sole si spegnerà e la notte sarà eterna, i sopravvissuti della nostra razza abitano nell’Ultimo Rifugio, un’oasi di sanità mentale in un mondo ormai diventato un incubo.
Frattanto nel 1911 Hodgson, ormai deciso a fermarsi sulla terraferma, a continuare la proficua attività di scrittore e a metter su famiglia, si sposò con Betty Farnworth.
Nel 1915 uscì un’altra antologia di racconti brevi: “The luck of the strong”.
Due anni dopo pubblicò l’ultima sua opera: “Il comandante Gault”.
Queste ultime due opere erano però state date alle stampe mentre William era al fronte: infatti, allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, Hodgson si era offerto volontario per combattere, spinto dal solito coraggio e da ardore patriottico.
Morì colpito da una bomba nell’ultima settimana dell’aprile del 1918 a Ypres.
Originariamente pubblicato sul numero 6 de LA ZONA MORTA, aprile 1991
Corretto e ampliato per il sito LA ZONA MORTA, agosto 2007
29/01/2008, Davide Longoni