Molti sono convinti che gli Ufo e gli alieni siano un fenomeno nato tipicamente nella nostra epoca, ma da lunghe ricerche storiche si è appreso che fenomeni simili si sono verificati anche molto tempo addietro. Addirittura parrebbe (e il condizionale è d’obbligo) che la storia dell’uomo sia stata accompagnata da periodiche visite ad opera di Ufo, o per meglio dire di oggetti volanti non identificati.
Già molti secoli prima di Cristo, in oriente, si parlava di macchine volanti scintillanti, i Vimana (nella foto). Essi avevano forma sferica (o formata da più sfere) e utilizzavano mercurio come mezzo di propulsione. Nel mito si parla anche di uomini che “indossavano speciali tuniche e portavano sul capo strani elmi che si appoggiavano sulle spalle” (si trattava forse di caschi?).
E poi non possiamo non citare la lastra ritrovata sopra un sarcofago in una piramide Maya in Messico: essa raffigura un uomo dentro una strana macchina a forma di razzo con tanto di sistema di propulsione e fiamme che fuoriescono dai “motori”. L’uomo aziona strane leve ed è provvisto di un casco con un inalatore che gli penetra nelle narici.
Per non parlare poi delle antiche pietre Ica, che rappresentano le forme dei continenti viste dall’alto, di presunte operazioni chirurgiche al cervello come potrebbe sembrare osservando alcuni teschi dei nostri antenati, di un foro ritrovato nella testa di un mammuth fossile talmente piccolo e preciso da sembrare quello di una pallottola… e molte altre stupefacenti testimonianze che ci potrebbero far pensare a visite periodiche di esseri provenienti dallo spazio nel corso della nostra storia.
Ci sono ad esempio i graffiti ritrovati in Africa, raffiguranti uomini alti sei metri con corna sul capo o con un elmo.
Da non dimenticare anche le statuette preistoriche del Giappone che rappresentano creature vestite con scafandri, grandi elmi e collari a bulloni: uno di questi presunti caschi è addirittura dotato di occhiali molto simili a quelli usati al Polo per protezione dal sole.
Plinio il Vecchio annotava nella sua ”Historia Mundi”: Al tempo in cui erano consoli L. Valerio e G. Mario, al tramontar del sole, uno scudo ardente passò sfavillando da ponente a levante”. Ufo o fenomeno atmosferico?
Nel 216 a.C. Julius Obsequens narrò del passaggio di “oggetti rotondi a forma di vascelli aerei, che volarono nel cielo… e si avvicinarono in maniera tale da potervi distinguere uomini vestiti di bianco nel loro interno”.
Le testimonianze proseguono con il passaggio di un “globo di fuoco” nel 583 d.C. in Francia, con la “trave di fuoco” di Norimberga nel 1034, con il “disco dai riflessi argentati” dello Yorkshire nel 1290, con le “sfere” apparse nel cielo di Basilea nel 1566 e documentate perfino dalla “Gazzetta di Basilea”.
In Italia, un nome illustre quale quello di Benvenuto Cellini scrisse nella sua “Vita”: “Montati a cavallo, venivamo sollecitamente alla volta di Roma. Arrivati che noi fummo in un certo poco di rialto, era di già fatta notte, guardando in verso Firenze… movemmo gran voce di maraviglia dicendo: ‘Oh Dio del cielo, che gran cosa è quella che si vede sopra Firenze?’. Questo si era com’un gran trave di fuoco, il quale scintillava e rendeva grandissimo splendore”.
Nel 1870 il Times parlò di un oggetto volante stagliato contro la luna e visibile o occhio nudo.
E così arriviamo al 1947, quando Kenneth Arnold vide dal suo aereo nove dischi argentati fare evoluzioni a 2000 km/h. Da allora il nome “dischi volanti” divenne quello più famoso con il quale vengono definiti gli Ufo. E da allora gli avvistamenti sono stati sempre più frequenti.
Addirittura Armstrong, durante la famosa missione Apollo 11 che lo portò ad essere il primo uomo sulla Luna, ad un certo punto del tragitto pare che comunicò a Houston: “Sono astronavi enormi e ci stanno osservando”. La notizia non fu però mai resa ufficiale. Cosa vide in realtà l’astronauta? Forse non lo sapremo mai.
Originariamente pubblicato sul numero 1 de LA ZONA MORTA, gennaio 1990
Corretto e ampliato per il sito LA ZONA MORTA, novembre 2006
19/02/2007, Davide Longoni