NEL NOME DI LOVECRAFT

E’ uscita in questo periodo l’interessante antologia a cura di Gianfranco De Turris “Nel nome di Lovecraft”, edita da Bottero Edizioni (202 pagine arricchite da illustrazioni di Matteo Pinci, euro 18). Si tratta di 15 racconti con un solo protagonista: lo scrittore H. P. Lovecraft.
C’è anche lo scrittore e giornalista novarese Michele Tetro, esperto di cinema e narrativa fantastica, tra i quindici autori italiani presenti in questa raccolta che ripropone l’edizione del 1997 di “Sotto il segno di HPL”, pubblicazione semi-professionale edita da Yorick Magazine con l’aggiunta di tre nuovi racconti, sempre aventi come protagonista lo scrittore statunitense.
Troppo innovativo per la critica letteraria dei suoi tempi, Howard Phillips Lovecraft (1890-1937) godette di straordinaria fama, sempre in crescendo, solo dopo la sua morte. È oggi riconosciuto fra i maggiori scrittori di letteratura fantastica, insieme ad Edgar Allan Poe, ed è considerato uno dei precursori della fantascienza angloamericana. Ha lasciato un epistolario di così vaste proporzioni che alcune missive possono considerarsi lunghi saggi sui più disparati argomenti.
Ad oltre settant’anni dalla scomparsa un nuovo volume a lui dedicato vede la luce in Italia, con il contributo di alcuni tra i più noti esponenti del fantastico nostrano. Quindici autori italiani hanno fatto proprie le fantasie letterarie di Lovecraft, i suoi sogni, i suoi pensieri, il suo spirito, filtrandoli con inventiva ed adesione al “suo” personaggio in altrettanti racconti che lo vedono protagonista, nelle sfaccettature di uomo, filosofo e scrittore, operando una “metabolizzazione” lovecraftiana attraverso diverse culture, predisposizioni e sensibilità d’animo.
Ed ecco così che lo scrittore Lovecraft diventa “l’eroe” Lovecraft, il “demiurgo” Lovecraft, il “deus ex machina” Lovecraft che agisce nei meandri della sua stessa creazione letteraria, “mosso” da altri scrittori, che lo immaginano come eroe intellettuale che risolve problemi complicati sul piano dell’inconscio (“La Porta degli Incubi” di Giandomenico Antonioli), sul piano dimensionale (“La Locanda dei Due Mondi” di Fabio D’Andrea), sul piano temporale (“L’enigma del teschio” di Massimo Tassi e Paolo Tosini), sul piano onirico (“Nel ghiaccio, sull’orlo” di Michele Tetro), sul piano fisico (“Strano incontro a Providence” di Giuseppe Cozzolino e Angela Cinicolo), indirizzando altri con la sua filosofia (“Mio nonno e il Nonno” di Gabriele Marconi, “Robert Howard Lovecraft” di Errico Passaro, “L’appuntamento mancato” di Gianfranco De Turris), sul rapporto creatore-creazione (“L’ultimo rigo” di Franco Clun, “Il testamento di HPL” di Antonio Tentori, “Il modello di Lovecraft” di Giulio Leoni), sulla morte (“Nove ore” di Marco De Franchi, “Il paziente della stanza accanto” di Giuseppe O. Longo, “Il visitatore” di Luigi De Pascalis).
Il volume contiene anche una poesia di August Derleth, che narra dell’incontro (ovviamente mai avvenuto) tra Lovecraft e Poe, un saggio di Pietro Guarriello che esplora nel genere fantastico tutte le opere che hanno avuto Lovecraft quale protagonista narrativo e una serie di illustrazioni in bianco e nero di Matteo Pinci.
Parliamo del racconto dell’amico Michele Tetro: “Nel ghiaccio, sull’orlo” vede il primo uomo giunto su Plutone (uno degli scenari, per quanto trasformato fantasticamente, della narrativa lovecraftiana) incontrare a livello onirico lo scrittore americano, che gli sarà d’aiuto nell’uscire da una situazione psicologicamente precaria. Un provvidenziale “deus ex macchina” che con la propria filosofia (accuratamente desunta dal reale Lovecraft) consente al protagonista di riappropriarsi della giusta concezione della realtà cosmica, permettendogli di portare termine la missione.
Gli altri autori scopriteli ed assaporateli uno ad uno all’interno dell’antologia. Buona lettura!

04/05/2008, Davide Longoni