Tutto ebbe inizio con il racconto “I figli del grano” (“Children of the corn” nella versione originale) di Stephen King, pubblicato sull’antologia “A volte ritornano” (“Night shift” in edizione originale).
Poi venne il primo film, intitolato “Grano rosso sangue” nella versione italiana (1983), diretto da Fritz Kiersch e interpretato da Linda Hamilton (la Sarah Connor della saga di “Terminator”), Peter Horton e Courtney Gains. Quella pellicola sembrò non piacere molto ai cultori del genere horror, pare che perfino lo stesso King l’abbia considerata una delle peggiori trasposizioni cinematografiche effettuate da un suo scritto.
Eppure, dopo il primo capitolo… ne sono stati girati addirittura altri sei, portando la saga de “I figli del grano” ad essere una delle più popolari e tra quelle con il maggior numero di sequel.
Ma partiamo dall’inizio.
Siamo nel Nebraska, in mezzo alla campagna. Una giovane coppia, Burt e Vicky, si imbatte nel cadavere di un ragazzino. Con l’intento di segnalare l’accaduto alle autorità, i due si avventurano nella città di Gatlin, dove però è accaduto qualcosa di strano e le cose precipitano in un batter d’occhio. Qui infatti i due scoprono che i ragazzi del paese hanno letteralmente preso il sopravvento sulla comunità ed hanno ucciso tutti gli adulti, sacrificandoli al Dio che si cela nel grano. I bambini hanno poi formato una sorta di comunità di stampo religioso, basata, oltre che sul culto della divinità pagana che si nasconde nei campi, anche sull’omicidio e sui riti del sangue. Fortunatamente non tutti sono d’accordo con Isaac e Malachia, i due capi della combriccola, anche perché la legge vuole che, al compimento del diciottesimo anno, pure i ragazzini, ormai entrati nell’età adulta, si immolino e vengano sacrificati alla bestia. E sarà proprio con l’aiuto dei dissidenti, tra cui Sarah, dotata del potere della premonizione, e suo fratello Job, che Burt e Vicky riusciranno a porre fine a quel massacro e a sconfiggere Isaac, Malachia e il mostro del grano.
Sarebbe tutto potuto finire con questo lieto fine, con la giovane coppia che si allontana da Gatlin portando con sé i due bambini che erano stati al loro fianco, ma ecco arrivare nel 1992 “Grano rosso sangue 2: Sacrificio finale”, diretto da David F. Price. La trama parte con il viaggio di padre e figlio alla volta di Hemmingford, cittadina nei pressi di Gatlin: l’adulto è un giornalista che vuole scrivere la storia dei genitori uccisi dai figli nella città del Nebraska, mentre il ragazzino è il classico figlio che si lamenta sempre dell’assenza del padre, troppo concentrato sul suo lavoro e poco sugli affetti familiari. A Hemmingford i bambini sopravvissuti all’olocausto di Gatlin sono stati adottati dalla comunità per aiutarli a condurre una nuova vita. Sfortunatamente Micah, uno dei ragazzi del culto del grano, viene posseduto dal demone che riposa nei campi e di nuovo la carneficina si ripete: nel giro di una settimana i bambini hanno massacrato tutti gli adulti diventando i padroni della città. Proprio in questo contesto arrivano papà e figlio, che dovranno cercare di sopravvivere come già tempo prima Burt e Vicky.
Ma la storia non finisce qua.
Infatti ecco arrivare nel 1995 il terzo capitolo: “Grano rosso sangue 3: Urban harvest”, mai uscito in Italia e diretto da James D.R. Hickox. Le vicende questa volta si spostano in città dove troviamo Eli e Joshua, due degli orfani di Gatlin, che vengono adottati dai coniugi Porter. Quando i due bambini iniziano ad andare a scuola, tutti si accorgono quanto siano strani. Eli in realtà è uno dei discepoli della bestia che giace nel grano ed inizia un’opera di reclutamento per riformare l’antico culto pagano e ricominciare il massacro degli adulti daccapo.
L’anno seguente è il turno di “Grano rosso sangue 4: Inferno a Grand Island” per la regia di Greg Spence. Questa volta sembrerebbe che i figli del grano non c’entrino nulla con il resto della serie. Alcuni ragazzi di una piccola città vengono posseduti da un bambino predicatore, erroneamente ucciso in passato, di nome Josiah. Lo spirito del ragazzino vuole vendicarsi dei cittadini che lo hanno assassinato, così tutti i bambini posseduti assumono le sembianze di coetanei morti tanto tempo prima e iniziano a mietere vittime tra i grandi. Lo scopo finale è naturalmente la resurrezione di Josiah dalla morte. Il regista, dopo l’uscita della pellicola, quando gli venne chiesta la correlazione con gli altri film della saga, ammise che in fase di montaggio era stata tagliata una scena cruciale in cui si diceva che Josiah era chiamato anche il Dio che si cela nel grano.
Nel 1998 esce “Grano rosso sangue 5”: Gli adoratori del male”, diretto da Ethan Wiley. Stavolta si torna a Gatlin. Un gruppetto di adolescenti si perde e si ritrova nella città maledetta, ribattezzata Divinity Falls nell’edizione italiana: qui nel giro di breve si accorgono che qualcosa non va come dovrebbe. La loro auto viene distrutta e sembrerebbe che siano proprio i bambini i responsabili. A questo punto Alison, leader del gruppo appena arrivato, viene a sapere che i bambini sono tutti orfani e sono stati adottati da Lucas Enright, un pazzo che si considera il salvatore dei bimbi e il rappresentante in terra della divinità che si cela nel grano. Così gli adolescenti decidono di recarsi alla fattoria di Lucas, dove Alison scoprirà che suo fratello Jacob, scappato di casa dopo le angherie subite dal padre, si è rifugiato proprio in questa comunità, ma che non vuole saperne affatto di lei, responsabile, secondo lui, di non averlo mai difeso e di averlo abbandonato. Egli rivela alla sorella che si è sposato con una ragazza del posto, Lily, e che insieme stanno per avere un figlio, ma le fa avere anche un messaggio di nascosto. Dopo una discussione con Ezechiele, il capo dei bambini, e Luke, il suo braccio destro, gli adolescenti si vedono costretti a lasciare la fattoria, mentre Kir, una del gruppetto appena arrivato, decide di restare con i bimbi e di aderire al loro culto, dopo aver letto un passo della loro “bibbia”. Allontanatisi i ragazzi, inizia la cerimonia per il compimento dei 18 anni di Jacob, divenuto ormai adulto: il fratello di Alison dovrà immolarsi su una pira infuocata al Dio che si cela nel grano. Il ragazzo però si ribella a Ezechiele e scappa, mentre Kir decide di sacrificarsi al suo posto, ormai invasata dagli argomenti pseudo-religiosi del capo dei bambini. Il resto del gruppo appena arrivato, a questo punto, opta per andarsene da Gatlin, ma Alison non vuole fuggire finché non avrà salvato suo fratello: nel frattempo ha avuto modo di leggere il messaggio che le ha lasciato nel quale si legge che il ragazzo vuole essere aiutato perché vuole andarsene. Così Alison si reca dallo sceriffo per fermare Ezechiele e Luke. Questi le presta ascolto e si reca alla fattoria con due vigili del fuoco: nel tentativo di spegnere le fiamme del rogo sacrificale però succede il finimondo. Le fiamme diventano vive e uccidono i due pompieri, mentre Luke si occupa dello sceriffo ma muore egli stesso colpito dalle fiamme. Ezechiele rivela che il suo braccio destro in realtà era morto già da tempo e che era lui il vero capo dei bambini. Dopo essersi rincontrata con i suoi amici, Alison si vede costretta ad ingaggiare una lotta all’ultimo sangue con i bambini ormai posseduti: alla fine muoiono tutti tranne la ragazza che finalmente ritrova il fratello, in fin di vita, colpito a morte da Ezechiele per il suo tradimento. Il ragazzo le spiega come fermare il dio del grano. Così Alison, dopo l’ultima battaglia con Ezechiele, che finalmente muore anche lui, riempie di fertilizzante il silos dove si celerebbe la bestia del grano e tra mille esplosioni sembra distruggerla definitivamente. Alla fine Alison lascia la città portandosi dietro Lily, la moglie di Jacob, per dare a suo figlio la possibilità di avere un futuro sicuro.
Arriviamo al 1999 con l’uscita della sesta parte: Grano rosso sangue 666: Il ritorno di Isaac”, per la regia di Kari Skogland. Hannah, che scopriamo essere la figlia di Jacob e Lily, decide di tornare a Gatlin alla ricerca delle proprie origini. Per strada dà un passaggio ad un bimbo predicatore, Zaccaria, che, dopo averle parlato del significato del suo nome, sparisce. La ragazza, dopo un incidente nei campi di grano, si ritrova in città grazie all’aiuto della poliziotta Cora. Qui scopre che Isaac, il primo ad aver iniziato il culto del dio che si cela nel grano, in realtà non è morto, ma si trova in coma e che i ragazzi sopravvissuti ai primi due capitoli della saga, ad eccezione di Micah ed Eli, si sono stabiliti da anni in città ed hanno continuato ad adorare la divinità pagana. Tutto precipita quando Hannah viene a conoscenza dell’esistenza di Gabriel, il primo figlio nato dai bambini originali… un altro bimbo posseduto dalla bestia che si nasconde nei campi di Gatlin.
L’ultimo capitolo esce nel 2001 e si intitola: “Grano rosso sangue 7: Revelation”, rimasto ancora inedito in Italia e diretto da Guy Magar. La storia in questo caso riprende le fila solamente del culto del grano. Una donna di nome Jamie, visto che la nonna non risponde al telefono, decide di raggiungerla ad Omaha, cittadina del Nebraska vicina a Gatlin. Qua scopre che l’appartamento della congiunta è vuoto e incontra degli strani vicini mentre sta investigando sulla scomparsa della nonna. Quando viene coinvolto nella faccenda anche un agente dell’FBI, Jamie scopre che un tempo, prima dell’avvento di Isaac, già esisteva in quei luoghi una sorta di religione dedita all’adorazione del dio che giace nel grano, in cui gli adulti venivano sacrificati nel sangue.
Per ora nessun altro ha ripreso in mano le gesta dei figli del grano, ma non è detto che sia finita qua.
Sicuramente il successo della saga è dovuto a diversi fattori, altrimenti, nonostante qualcuno storca il naso, non sarebbe arrivata al settimo capitolo: anzitutto il nome di Stephen King, che, per quanto non sia direttamente coinvolto, è sicuramente un marchio di garanzia… seppure egli stesso si sia professato più volte estraneo alla faccenda e non abbia apprezzato nemmeno il primo capitolo, quello tratto direttamente dal suo racconto.
In secondo luogo, l’argomento che forse più affascina è la ribellione dei ragazzi nei confronti degli adulti ed il loro tentativo di creare una società migliore, almeno negli intenti, per quanto questi possano essere contestabili.
Terzo punto a favore del serial cinematografico, l’interessante creazione del culto del grano, che rimanda a certe religioni pagane agresti ed animiste, dove è la natura ad essere il vero Dio.
In ogni caso, che vi piaccia o no, ricordate che qualcuno, o qualcosa, riposa nel grano… e vi sta aspettando!
17/07/2008, Davide Longoni