SCHEDA TECNICA
Titolo originale: Indiana Jones and the kingdom of the crystal skull
Anno: 2008
Regia: Steven Spielberg
Soggetto: George Lucas e Jeff Nathanson
Sceneggiatura: David Koepp
Direttore della fotografia: Janusz Kaminski
Montaggio: Michael Kahn
Musica: John Williams
Effetti speciali: Industrial Light & Magic
Produzione: Frank Marshall
Origine: Usa
Durata: 2h e 05’
CAST
Harrison Ford, Shia LaBeouf, Cate Blanchett, Karen Allen, Ray Winstone, John Hurt, Jim Broadbent, Igor Jijikine
TRAMA
Ritroviamo Indiana Jones in piena attività e piuttosto inguaiato: dopo aver combattuto per il suo Paese durante la II Guerra Mondiale ed aver collaborato attivamente con l’FBI, il professor Henry Jones Jr. è trattenuto come ostaggio da truppe sovietiche, specializzate in ricerche sul paranormale finalizzate all’uso militare e sulle tracce del mistico Teschio di Cristallo di Akator, guidate dall’algida, pericolosa, bellissima colonnello dottor Irina Spalko, interpretata dall’ammaliante Cate Blanchett nel ruolo del villain principale, ruolo tuttavia poco approfondito e presente per sceneggiatura, scene e battute, evidente debolezza del Regno del Teschio di Cristallo.
Lo spettacolo offerto dalla prima ora abbondante di Indiana Jones 4 è davvero avvincente e lodevole per storia, pathos, ironia e grandiosa avventura in puro stile Indy: dal Nevada alla misteriosa cassa che sfida l’umano sapere scientifico, dal cameo dell’Arca dell’Alleanza all’inaspettato test nucleare, dalla minacciosa entrata in scena dell’FBI al Marshall College, dagli spietati agenti del KGB all’incontro con il giovane ribelle Mutt Williams (buona prova da comprimario per Shia LaBeouf) che porta con sè una incredibile richiesta d’aiuto per l’archeologo avventuriero che li condurrà a Nazca, città nel Perù meridionale famosa per gli straordinari geoglifici, alla ricerca del professor Oxley (interpretato da un ottimo John Hurt), il divertimento sull’onda dell’entusiasmo è più che assicurato.
Le Linee di Nazca costituiscono uno dei misteri più affascinanti dell’archeologia e costituiscono la sognante base di partenza di “Indiana Jones e il Regno del Teschio di Cristallo” e delle sue tematiche ‘extra’ paranormali: colpisce in positivo l’assoluta posatezza e neutralità di Indiana Jones alle paventate possibilità extraterrestri che volutamente non vengono mai direttamente nominate mantenendo intatto il fascino delle avventure di Indy, alla ricerca del Teschio di Cristallo di Akator, scovato dal famoso Conquistador esploratore Francisco de Orellana, leggendario ed affascinante simbolo di culto che cela impensabili segreti.
“Indiana Jones e il Regno del Teschio di Cristallo” riunisce sia le caratteristiche da entusiasmante ‘one shot adventure’ di “Indiana Jones e Il Tempio Maledetto” sia lo spirito da avventurosa storia di ricerca carica di insidie ed inganni de “I Predatori dell’Arca Perduta” e “Indiana Jones e l’Ultima Crociata”, mancando tuttavia nei confronti della precedente trilogia sia per l’assenza di un villain di rilievo che per la generale carenza di una forte componente femminile che possa essere spalla e/o antagonista di Indiana Jones: il nostalgico ritorno di Karen Allen nei panni della mitica Marion Ravenwood si riduce in questa occasione a ruolo di contorno mentre il villain femminile Irina Spalko interpretato da Cate Blanchett manca di spessore.
Doveroso aggiungere anche che l’originalità delle storie, le ambientazioni, la ricchezza dei dialoghi e dei dettagli che caratterizzano ricerche, enigmi e pericoli della storica trilogia di Indiana Jones sono certamente omaggiate e riproposte in maniera assolutamente fedele in questo quarto capitolo della saga, specialmente durante la prima ora e più di pellicola, tuttavia non vengono eguagliate soprattutto nel finale che sa di già visto e rivisto. Assente per sua scelta Sean Connery, il compianto Denholm Elliott che ha interpretato Marcus Brody non è più tra noi mentre non è stato riproposto Sallah, lo storico e fedele amico di Indy impersonato da John Rhys-Davies. Discreta comparsata per Ray Winstone nei panni di Mac.
NOTE
Steven Spielberg riporta sul grande schermo dopo 19 anni l’icona degli adventure movies per eccellenza, il mito di Indiana Jones rivive nei cinema di tutto il mondo grazie a un regista semplicemente unico, capace di donare a un film per le nuove generazioni l’imbattibile fascino delle pellicole d’azione alla vecchia maniera, e al suo altrettanto unico, storico interprete, Harrison Ford, immensa carriera costellata da successi come la trilogia originale di Indiana Jones, “Blade Runner”, i capitoli IV, V e VI di “Star Wars”, “Il Fuggitivo”, “Air Force One”, “Sotto il segno del pericolo”, “Giochi di potere”, “Frantic”, “Witness – Il testimone” e “Apocalypse Now”.
Accompagnato dalla storica colonna sonora iniziale composta da John Williams e dalla splendida fotografia di Janusz Kaminski, “Indiana Jones e il Regno del Teschio di Cristallo” parte subito forte facendo intuire fin dalle prime immagini che il quarto capitolo della saga dell’avventuriero più famoso della storia del cinema non sarà semplicemente un revival dal sapore antico: Indiana Jones è tornato in tutto il suo splendore e Spielberg dà il meglio per plasmare uno spettacolo all’altezza delle enormi aspettative offrendoci una lunga prima parte della pellicola decisamente in linea con la precedente trilogia. Un impareggiabile Harrison Ford per forma fisica, ironia ed espressività riesce a rivestire i panni di Indy con assoluta naturalezza nonostante i quasi vent’anni trascorsi dall’ultimo film, ergendosi con grandissimo smalto ad assoluto mattatore della pellicola.
11/08/2008, Roberto Lecchi