L’abbiamo conosciuto grazie al corto “The Puzzle”, un film carico di tensione a metà strada tra l’horror e il thriller che si sta ritagliando un ottimo consenso di pubblico e di critica. Ora è giunto il momento di fare quattro chiacchiere con Davide Melini, filmaker italiano con già alle spalle molta esperienza e tanta gavetta. Scopriamolo insieme.
COMINCIAMO CON UNA DOMANDA DI RITO. CHI È DAVIDE MELINI?
È un uomo che vive per il cinema e lo realizza alla sua maniera, continuando a seguire la sua strada e rifiutando gli attuali sistemi.
VUOI PARLARCI DELLE TUE PRODUZIONI CINEMATOGRAFICHE PRECEDENTI, OVVERO I DUE CORTI CHE HANNO PRECEDUTO “THE PUZZLE”?
Il primo cortometraggio che ho realizzato è stato “Amore Estremo” nel febbraio del 2006. Partendo da un’ottima sceneggiatura, avevo un’idea precisa da portare avanti: quella di farne un giallo torbido, dove un assassino uccide a ripetizione i membri di una comitiva. Purtroppo però mi sono scontrato con la dura realtà dei fatti e con tutti i problemi di chi inizia in questo settore, pensando che sia tutto “rose e fiori”. Non c’era un solo giorno che non si presentassero problemi. Il risultato è stato un cortometraggio molto acerbo, che risente di quella fluidità e di quel ritmo che tanto mi stanno a cuore. È sicuramente il lavoro a cui sono meno affezionato, anche se, a dire il vero, riuscire a portarlo a termine è stato un passo importantissimo, perché mi ha dato la possibilità di capire e modificare molte cose. Ma avevo capito veramente la lezione? Partendo da questa punto interrogativo, mi sono auto-sfidato: se non avessi visto dei miglioramenti drastici nella mia seconda opera, avrei rinunciato a dirigere. Così, sei mesi più tardi ho realizzato “La Sceneggiatura”, dove ho potuto sperimentare anche il campo dell’horror. Partendo da una storia molto semplice (uno sceneggiatore che rivede in un sogno flashback i nonni defunti) ho cercato di renderla mia il più possibile. Ho vissuto istante per istante ogni tipo di situazione ed ho realizzato un buon prodotto, capace di accelerare nei punti chiave. Il tutto è trascorso velocemente, grazie soprattutto alla scelta della troupe e degli attori, anche se solo uno dei miei collaboratori ha veramente dimostrato di avere la “testa” per il cinema.
PARLI DI ALESSANDRO FORNARI?
Esatto. Prima di tutto lo considero un vero amico e poi è un uomo che vede le cose dal mio stesso punto di vista. Essendo sempre parte integrante dei miei progetti, non si limita solo al lavoro di direttore di produzione, ma anche a quello di attore: ha così potuto recitare (in una piccola ma decisiva parte) in “The Puzzle”.
OLTRE AI FILM DIRETTI DA TE, HAI ANCHE AVUTO ESPERIENZE IN SPAGNA E CON DARIO ARGENTO. CE NE VUOI PARLARE?
Con Argento ho solo collaborato ne “La Terza Madre”, mentre la Spagna mi ha letteralmente colpito: vedere la passione e la professionalità delle persone e delle istituzioni è qualcosa che ti sprona a cercare di lavorare sempre al meglio.
PASSIAMO ORA ALLA TUA ULTIMA OPERA, “THE PUZZLE”. COME È NATO QUESTO FILM E DI COSA PARLA?
Dopo aver visto “La Sceneggiatura”, Ezekiel Montes, produttore della “73140323 Producciones Cinematográficas”, mi ha chiamato come aiuto regista in diversi cortometraggi. Quando poi mi invitò a fargli leggere qualcosa, io avevo appena terminato di scrivere una nuova sceneggiatura, intitolata “The Puzzle” (a destra e a sinistra alcune scene del film). Ezekiel fu catturato da questa sceneggiatura molto semplice: storia breve e due attori in un’unica location. È inutile che lo dica, ma dopo due anni di inattività mi sono sentito rinascere! Ero molto fiducioso e nutrivo molte speranze in questo corto. Iniziai così a studiare tutto molto tempo prima e alla fine non c’era neanche un dettaglio a cui non avevo pensato: dai singoli movimenti di macchina, alla luce, al montaggio serrato, alla performance dell’attrice ed anche alla musica. Qui la piacevole scoperta dei Visioni Gotiche. E penso che, almeno fino ad ora, questo cortometraggio ha avuto una buonissima critica sia di pubblico che nei festival.
È VERO CHE VUOI FARE “THE PUZZLE 2”? QUALCHE ANTICIPAZIONE?
È ancora presto per dirlo, anche se devo ammettere che l’idea mi stuzzica…
E’ DIFFICILE IN ITALIA RITAGLIARSI UNO SPAZIO NEL MONDO DEL CINEMA, SOPRATTUTTO IN QUELLO HORROR FANTASTICO? CHE DIFFERENZE HAI RISCONTRATO TRA IL NOSTRO PAESE E LA SPAGNA?
In questo settore c’è tanta concorrenza e tanta invidia: nessuno ti regala niente! Perciò ritengo che sia difficile in tutto il mondo, anche se ogni paese ha i suoi pregi e i suoi difetti. In Italia, è estremamente difficile riuscire a realizzare non solo un film, ma addirittura un cortometraggio. Ne ho veramente viste troppe e tutto questo si deve, purtroppo, alla cultura e all’assoluta mancanza di umiltà: tutti quanti si sentono prime star. In Spagna invece mi è capitato di lavorare con persone che si applicano nel migliore dei modi perché sono consapevoli che un cortometraggio ben realizzato, può essere una rampa di lancio. Ricordo un fatto curioso e singolare avvenuto in Italia: al termine del montaggio di un corto, il montatore si rifiutò di montare sia il making-of sia il trailer. Per lui l’importante era montare solo il filmato! In Spagna, invece, si cura e si confeziona anche il più piccolo dei corti come se fosse un film vero e proprio. Tutto così risulta essere molto più professionale.
IN QUESTI ANNI DI ATTIVITÀ HAI SEMPRE AVUTO UNA PREDILEZIONE PER IL GENERE HORROR E PER IL MISTERO IN GENERALE. CHE SIGNIFICATO HANNO PER TE QUESTE TEMATICHE?
Mettere tensione e creare emozioni è qualcosa che mi intriga e mi affascina. Ritengo di lavorare in uno dei campi più difficili, perché al giorno d’oggi, con tutte le notizie tremende riportate quotidianamente dai mass media, non è assolutamente facile ricreare al meglio queste sensazioni.
VENIAMO AD UNA DOMANDA PIÙ GENERALE. DOVE TRAI ISPIRAZIONE PER TUTTE LE TUE STORIE?
È qualcosa che non so spiegare, perché, in determinate situazioni, la mia mente comincia a viaggiare da sola. Vorrei che un giorno qualcuno me lo spiegasse.
ULTIMA DOMANDA, POI TI LASCIAMO AL TUO LAVORO. QUALI PROGETTI HAI PER IL FUTURO E QUAL È IL TUO SOGNO (O I SOGNI) CHE HAI LASCIATO NEL CASSETTO?
Fare di questa passione un vero e proprio lavoro quotidiano. Quest’anno, poi, ci sono andato molto vicino quando ho presentato insieme a Pierfrancesco Campanella (produttore della “Bell Film”) il progetto di un lungometraggio al Ministero dei Beni Culturali. Purtroppo non abbiamo avuto i finanziamenti per pochi voti, ma comunque non bisogna mai abbattersi e continuare andando sempre il più lontano possibile.
In bocca al lupo!
21/08/2008, Davide Longoni