E’ in circolazione da poco il suo primo libro “Dacon, il delirio del male”, un horror ambientato a Ostia e dintorni da far venire la pelle d’oca: lei si chiama Federica D’Ascani e in mondo letterario in cui il terrore è spesso una prerogativa maschile, lei si inserisce come un coltello acuminato affondato nella carne, portando una ventata di fresca novità. Siete pronti a conoscerla? Eccola, sta arrivando!
COMINCIAMO CON UNA DOMANDA DI RITO. CHI È FEDERICA D’ASCANI?
Chi è Federica D’Ascani? Ma sai che è una bella domanda? Anche perché, io che sono portatrice “sana” di quel nome, non ne ho idea. Ha talmente tante sfaccettature caratteriali da diventare quasi impossibile poterla in qualche modo descrivere. Ma ci proviamo ugualmente, dai! Federica è una persona allegra (ride sempre, ma non ha una paresi!), che difficilmente si lascia deprimere dalle disavventure innumerevoli che incontra per strada (tipo Paolino Paperino) e che è profondamente ottimista in tutto ciò che compie. Diciamo che vive la vita, ecco. Ha svariati interessi (veramente, anche troppi), sempre artistici comunque. Spazia dalla pittura al modellismo, dalla scultura al decoupage, passando un pochino anche per uncinetti e ferri (tipo nonna Abelarda!) È incostante nelle sue passioni, pur avendo trovato una costante nella scrittura e nella lettura. Insomma, in poche parole le piace tutto ciò che può mettere alla prova le sue potenzialità, ma difficilmente cade nella competizione aggressiva… Preferisce divertirsi e divertire… Non la dovete far spazientire troppo, però, altrimenti diventa una ienetta niente male! Ho detto abbastanza? Sono contorta? Beh… Sì, lo ammetto!
VUOI PARLARCI DELLE TUE PRODUZIONI PRECEDENTI, DAI RACCONTI AI ROMANZI ANCORA INEDITI, MA GELOSAMENTE CUSTODITI NEL TUO CASSETTO?
Produzioni precedenti? (ho un piccolo rivolo di sudore che scende lungo la tempia… sono in difficoltà) Io non ho produzioni precedenti… Ho letto, poco tempo fa, un pezzo che avevo scritto e lasciato a marcire tra i file del computer… e l’ho subito cestinato… Un guazzabuglio di idee sparse lì, come meglio capitava. “Dacon” è il mio primo, assoluto lavoro. E, rileggendolo, mi sembra alquanto strano di essere l’autrice materiale di questo lavoro! Dopo aver finito di scrivere il romanzo (ancora non mi sembra vero poterlo chiamare così) mi sono affacciata sui siti di persone esordienti come me (come me è una parolona, poi. Hanno tutti un’esperienza da fare invidia!). Sono entrata nel forum della PENNA BLU (vedere nella sezione link, ndr) e ho cominciato a collezionare le mie prime figuracce (regole di battitura, queste sconosciute!), ma ho preso anche a scrivere racconti. Dal fantastico ho indirizzato i miei scritti sull’horror… Non so perché, ma mi sento portata per quelli… Bene, ecco il resoconto dei miei trascorsi letterari… Passiamo avanti, che è meglio…
SEI IN CIRCOLAZIONE IN QUESTO PERIODO CON IL TUO PRIMO ROMANZO, “DACON, IL DELIRIO DEL MALE”. CE NE VUOI PARLARE?
“Dacon” è il mio orgoglio! Anche se parlo del diavolaccio in persona, lo considero una mia piccola creatura, da coccolare e promulgare ai più… Perché la scelta del Diavolo? Perché no? Ho cominciato ad appassionarmi al tema alle superiori e, con il tempo, ho continuato a occuparmene caparbiamente, finché non è nato il libro… Nonostante sia un manoscritto “horror” (più un gotico moderno, diciamo) ha una visione positiva del genere umano, una sorta di speranza verso il libero arbitrio che il Signore ci ha concesso. Non mi vergogno a dire che, grazie a questo lavoro, ho riscoperto ciò che avevo accantonato da tempo… Non proprio la fede, ma una cosa simile. I miei genitori continuano a dirmi che è inquietante, comunque, e tra gli amici gira voce che stia diventando una specie di strega… Chissà che non abbiano ragione? Il libro deve essere letto e interpretato, per comprendere fino in fondo ciò che trasmette (per lo meno, io ho provato a esprimere qualche concetto… spero sia chiaro…) Ho l’ansia da prestazione… Mi sta venendo l’angoscia… Andiamo avanti…
QUANTO È DIFFICILE PROPORSI PER UN ESORDIENTE NEL MERCATO LETTERARIO ITALIANO?
La verità? Sembra tanto facile, inizialmente… Sarà l’ampia fiducia che riponi nel tuo lavoro, sarà l’insano ottimismo che ti pervade, saranno le innumerevoli case editrici che promettono mari e monti… Poi, inevitabilmente, cadi dalla tua personale montagna del sapone e ricominci a camminare. Vedi i mesi trascorrere e l’ansia ti angoscia… Nel frattempo, i tipografi (perché questo sono le case editrici a pagamento) diventano i tuoi “Dacon” e non capisci più nulla. Ti chiedi: ma se pago questi 2000 euro per la pubblicazione, poi il libro me lo venderanno? E se, dopo questa proposta, nessuno mi si fila più? È li che dovrebbe entrare in gioco l’obiettività… Se non ricevi proposte nel termine di sei mesi, difficilmente ne riceverai dopo. E se nessuno ti ha contattato, forse devi rivedere ciò che hai scritto, dall’inizio alla fine. Io ho dovuto attendere relativamente poco (solo 3 mesi) e, per mia fortuna, nessuna delle case editrici a pagamento si è fatta viva… O non gli è arrivata la mia e-mail o… non lo so… Quando però avevo cominciato a vedere che nessuno chiamava, neanche chiedendomi i miliardi per pubblicare, ho cominciato a preoccuparmi. A case editrici quali Mondadori, Einaudi, Newton, neanche ho pensato… Questi colossi neanche ti guardano e inviargli copie di manoscritti diventa un’inutile perdita di soldi e di tempo. Purtroppo gli esordienti sono tanti, le case “vampire” altrettante. Si rischia di pubblicare un libro che non leggerà mai nessuno, e non perché non valga nulla. Semplicemente perché non c’è la minima intenzione di farli emergere, questi scrittori. E non parlo di me, io non sono nulla rispetto a tanti altri che conosco che, però, non sono conosciuti nella realtà letteraria. Ci sono delle eccezioni di esordienti che saltano alla ribalta in pochissimo tempo… Se scrivi, ad esempio, di essere un fan del gruppo musicale del momento, fai successo, perché diventi commerciale. Stessa cosa vale per quegli autori che scrivono le loro biografie (ho letto poco tempo fa di una prostituta, edita da Mondadori, che ha descritto la propria vita in strada). Insomma… Devi avere fortuna, un santo in Paradiso (o in terra, è uguale) e capitare nel posto giusto al momento giusto.
VENIAMO A UNA DOMANDA PIÙ GENERALE. DOVE TRAI ISPIRAZIONE PER TUTTE LE TUE STORIE?
Io approfitto degli innumerevoli incubi che mi vengono a far visita di notte… Sono talmente tanti che ho l’imbarazzo della scelta. “Dacon” è nato da una frase buttata lì, ma tutti gli incubi descritti sono i miei. La cosa strana è che sono talmente intensi che riesco a ricordarmene a distanza di anni… Sarò da rinchiudere? Ecco cos’era quella camicia strana, con le maniche tanto lunghe…
ULTIMA DOMANDA, POI TI LASCIAMO AL TUO LAVORO. QUALI PROGETTI HAI PER IL FUTURO E QUAL È IL TUO SOGNO (O I SOGNI) CHE HAI LASCIATO NEL CASSETTO?
Il mio sogno, per il momento, è quello di vedere le copie del mio libro andare a ruba (sono scontata? Non volevo…) e avere 24 ore in più al giorno… In quanto ai progetti, sono entrata ora a far parte del sito SOGNIHORROR (vedere sempre nella sezione link, ndr) nel quale ho una sezione sulla demonologia. Nel frattempo ho cominciato a lavorare al seguito di “Dacon” (più che altro, ho cominciato le ricerche per scriverlo!) e devo comprare casa (ma questo forse rientra nei sogni). Per ora credo che la mia vita futura sia abbastanza “progettata”!… Grazie di tutto e del vostro tempo.
Ciao!
IN BOCCA AL LUPO, PICCOLA NUBE (noi sappiamo perché!)
29/11/2008, Davide Longoni