SCHEDA TECNICA
Titolo originale: Maniac Cop
Anno: 1988
Regia: William Lustig
Soggetto: Larry Cohen
Sceneggiatura: Larry Cohen
Direttore della fotografia: Vincent J. Rabe
Montaggio: David Kern
Musica: Jay Chattaway
Effetti speciali: John Naulin, David Atherton e Bradley Look
Produzione: Larry Cohen
Origine: Usa
Durata: 1 h e 20’
CAST
Bruce Campbell, Tom Atkins, Laurene Landon, Richard Roundtree, Robert Z’Dar, William Smith
TRAMA
A New York un maniaco terrorizza la città uccidendo giovani innocenti. Alcuni testimoni confermano che l’autore dei delitti sia un energumeno travestito da poliziotto: nessuno, però, l’ha mai visto in faccia. Il sospettato principale diventa il tenente di polizia Forrest, ma seguendo una pista, l’agente Frank MacCrae scopre che in realtà l’assassino è Matt Cordell, un poliziotto creduto morto…
NOTE
B-movie di ottima caratura firmato William Lustig, scritto e prodotto da un altro specialista, Larry Cohen, autore di pellicole cult come “Baby Killer”, “The Stuff”, “Q-Il serpente alato”, nonché sceneggiatore di ottimi thriller ad alta tensione come “In linea con l’assassino” e “Cellular”.
La pellicola è uno degli horror più riusciti degli anni ’80, anche se in verità presenta caratteristiche tipiche del genere action-poliziesco. Potrebbe essere considerato anche una sorta di slasher, perché l’assassino, oltre a essere “invulnerabile”, usa un coltello per eliminare le sue vittime e, per quasi tutta la durata del film, non si vede mai in volto. Proprio questo espediente (il cosiddetto ritardo dell’enunciazione) contribuisce ad aumentare la suspance e la tensione.
La storia è assai intrigante, molto rapida e ricca di colpi di scena. Come accennato prima, Cohen è bravissimo a contaminare horror e poliziesco d’azione, costruendo una trama che si mantiene in linea tra i due generi senza che l’uno predomini sull’altro.
La regia di Lustig (maestro di film di serie B e all’epoca assai promettente grazie anche allo strepitoso esordio con “Maniac”) non si (auto)compiace, ma è a completo servizio della narrazione: non c’è un’inquadratura di troppo nel film e tutti i punti di vista della macchina da presa servono solo per favorire lo sviluppo della storia e far empatizzare lo spettatore con i vari personaggi. Tra i vari momenti degni di nota, segnalo il flashback dell’omicidio di Cordell nella prigione: una sequenza carica di tensione e violenza (nonostante il sangue non sia particolarmente evidente), grazie anche ad una fotografia “brutta” tendente al grigio e all’uso geniale del rallenty (espediente raro nelle pellicole horror, ma mai così azzeccato come in questo caso!) che enfatizza perfettamente il momento drammatico.
La fotografia di Vincent J. Rabe, che esalta una New York decadente e malsana, è eccellente, molto cupa, con una gamma tonale che comprende il grigio scuro, l’ocra (solo a tratti), il nero e il bianco (specie nell’ultima sequenza). Ottime le scene in cui i giochi di luce ritraggono solo la sagoma enorme del poliziotto assassino, il cui volto è in penombra, illuminato solo lateralmente da un fascio di luce bianco.
Il sangue c’è, ma non è preponderante e fine a se stesso.
Anche il cast è ottimo: tra tutti spiccano Bruce Campbell (chi non lo ricorda nella trilogia di Sam Raimi de “La casa”?) nel ruolo del tenente Foster e Tom Atkins (interprete di ottime pellicole come “Fog” di Carpenter, “Halloween 3 – Il signore della notte” di Tommy Lee Wallace e “Arma letale” di Richard Donner) nei panni di un burbero poliziotto che “non sorride mai”. Il maniaco Matt Cordell è interpretato da Robert Z’Dar, un vero poliziotto, uno degli uomini con il volto più largo (vedere il film per credere!… E il make-up c’entra poco!!!).
Si segnalano camei del regista Sam Raimi (il reporter), del pugile Jake LaMotta (detective), dello stesso William Lustig (manager del motel), tra l’altro nipote di LaMotta, e George “Buck” Flower.
Concludo citando una frase di John Carpenter: “I messaggi si lasciano nelle segreterie telefoniche. I film non servono a dar messaggi; il cinema è solo un mezzo per creare emozione e divertire. Per B-movie non intendo un film di scarsa qualità, ma una pellicola il cui scopo sia intrattenere lo spettatore.”
Ora gustatevi “Poliziotto sadico”…
08/03/2009, Stefano Simone